Da Valentino Rossi al suo futuro in Mercedes: Lewis Hamilton si racconta tra passato, presente e futuro
Obiettivo: ottavo titolo mondiale. Lewis Hamilton non si nasconde e dice quello che è chiaro a tutti: in pista si dovrà fare i conti ancora con lui e con la sua Mercedes. Il pilota inglese parla a trecentosessanta gradi in un’intervista a Sportweek in cui racconta di sé, dal suo impegno sociale alla sua voglia di continuare a vincere in pista. Dichiarazioni dove traspare anche qualcosa sul suo futuro, con il rinnovo con la Mercedes che deve ancora essere ufficializzato ma che il pilota non mette mai in dubbio.
A confermarlo sono le sue parole sulla caccia all’ottavo titolo mondiale: non un’incognita, ma una certezza. “L’ottavo titolo è una cosa enorme – le parole del campione del mondo – sarà l’obiettivo su cui focalizzerò i miei sforzi, insieme all’incredibile gruppo di persone con cui ho lavorato finora“. Il riferimento al gruppo è un”ammissione di rinnovo’ che Hamilton ribadisce: “Ci aspetta una stagione durissima, la Red Bull ha dimostrato di essere incredibilmente forte nelle ultime gare dello scorso campionato. Dovremo lavorare parecchio“.
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Lewis Hamilton tra rinnovo e Valentino Rossi
Il pilota della Mercedes Lewis Hamilton va anche oltre la pista e racconta, ad esempio, della sua somiglianza con Valentino Rossi. I due si sono scambiati di posto e l’inglese spiega cosa è che li rende simili e vincenti: “Ho trascorso un po’ di tempo con Rossi e posso dire che come sportivi abbiamo in comune più di quel che immaginavo. Ci spinge lo stesso fuoco“.
Uguale ma anche diversi con il campione della Formula 1 che spiega di non pensare agli altri: “Mi concentro solo su me stesso – racconta –. Conosco il mio valore di pilota e penso che, se riuscirò a essere migliore del Lewis dell’anno prima, allora basterà per vincere“. C’è spazio anche per il ricordo di una leggenda del motorsport, Ayrton Senna, un idolo per Hamilton “per il modo in cui correva, i colori del casco, per la passione con cui parlava“, ma non solo. Del brasiliano l’inglese amava anche il modo in cui “fronteggiava da solo un sistema che non era sempre benevolo verso di lui, qualcosa che ho sperimentato anch’io nella mia carriera“.