Formula 1

Davide Brivio, chi è: carriera e curiosità del nuovo manager Alpine

Una carriera di successi, quella di Davide Brivio, da Valentino Rossi a Joan Mir. Storia e curiosità del manager passato dalla MotoGP alla Alpine in Formula 1

Davide Brivio: chi è, carriera e curiosità del nuovo team principal Alpine

Per la prima volta, un manager passa MotoGP alla Formula 1. E’ una scelta senza precedenti quella di Davide Brivio, che lascia la Suzuki dopo il titolo piloti di Joan Mir per accettare la sfida della Alpine in Formula 1. La scuderia francese, è la Renault che correrà con un nuovo brand e nuovi colori, ha una regia italiana. Centrale, anche nel convincere Brivio, è infatti l’amministratore delegato Luca de Meo.

Brivio, 57 anni, brianzolo, lo conosce da tempo. Da quando lavorava nel team Yamaha con Valentino Rossi, prima ancora di occuparsi a tempo pieno del “Dottore”, e De Meo era responsabile marketing Fiat, tra i principali sponsor del team.

Lascia Suzuki alla vigilia di uno snodo cruciale per la scuderia giapponese, a poche settimane dai test pre-stagionali per il Mondiale 2021. Inoltre, ad aprile ci sarà da definire il progetto per un team satellite.

Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, Brivio non sarà il team principal, ruolo all’ex tecnico FIA Marcin Budkowski che ha scatenato non poche polemiche all’annuncio del passaggio dalla Federazione a uno dei team in corsa, ma il direttore generale del programma Formula 1.

Leggi anche – Davide Brivio con Alonso: perché la Renault Alpine può stupire in Formula 1

La carriera di Davide Brivio

Davide Brivio (Getty Images)

Brivio inizia come addetto stampa. In pista, la sua storia comincia in Superbike con il team satellite Pirovano Yamaha nel 1990. Dal 1995 al 2000, poi, guida il team “factory” della casa nel Mondiale Superbike.

Il suo ultimo anno si chiude con l’amarezza per la positività a un controllo anti-doping di Noriyuki Haga, campione del mondo che perde così il titolo. Yamaha lascia la Superbike, Brivio passa nel Motomondiale come manager del team Marlboro Yamaha, che allora allinea Carlos Checa e Max Biaggi.

Guida la transizione della Yamaha verso la MotoGP, diventa il team manager del team ufficiale e nel 2003 completa il grande colpo della carriera: strappa Valentino Rossi alla Honda.

Per la Yamaha, che in classe regina non vinceva un Mondiale piloti dal 1992, dal trionfo in 500 di Wayne Rainey, è un cambio di passo decisivo. Rossi vince subito nel 2004, in Sudafrica, in una gara che ancora oggi considera il suo capolavoro. Conquista il titolo al primo anno e poi ancora nel 2005, 2008 e 2009.

Quando lascia per andare in Ducati, Brivio lo segue. Lavora per Rossi, non per il team. Il biennio è un sportivamente un disastro per il “Dottore”. A Brivio manca la pista, il rapporto si chiude e inizia una nuova sfida. Ricostruire da zero il team Suzuki in MotoGP.

L’inizio avrebbe preoccupato chiunque. Al GP Valencia 2014, il tester Randy de Puniet ottiene una wild e riporta in top class una GSX-RR, ma rompe tutti i motori disponibili nel weekend.

Brivio non si abbatte. Intuisce il talento di Maverick Vinales, che nel 2016 centra la prima vittoria del team nell’era del manager brianzolo. E’ sempre lui a guidare la crescita di Alex Rins e Joan Mir.

“Il titolo MotoGP conquistato rimarrà nella storia della Suzuki ed avrà sempre un posto speciale nei miei ricordi” ha detto Brivio, al momento dell’addio da vincente.

MotoGP, il segreto di Davide Brivio: “Così ho costruito il trionfo Suzuki”

La curiosità su Wikipedia

Eppure, su Wikipedia di lui non c’è traccia. L’unico Davide Brivio che compare è il terzino della Triestina, che starà probabilmente godendo di una maggiore celebrità in questi giorni. Ha giocato in Serie A con Atalanta, Verona, Lecce e Genoa. Ha disputato tre partite con la nazionale under-21. Dallo scorso gennaio milita in Serie C.

 

Alessandro Mastroluca

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