F1 GP Brasile 1993, riviviamo il trionfo di Senna a Interlagos dopo il duello con Damon Hill
“È il bastone, è la pietra, è la fine del sentiero. Un moncone un po’ solo, un pezzo di vetro. E’ la vita e il sole, la notte e la morte. La speranza di vita che porti con te”. Tutto questo, e molto altro, è la pioggia di marzo in una canzone di Tom Jobim, considerata una delle più belle mai scritte.
La pioggia di marzo, adattata in Italia da Ivano Fossati e cantata anche da Mina, ha aiutato Ayrton Senna a conquistare il suo ultimo titolo nel gran premio di casa a Interlagos nel 1993.
Il brasiliano avrebbe voluto passare alla Williams, dopo il passaggio della sua McLaren ai motori Ford. Ma Frank Williams si è accordato col suo storico rivale Alain Prost.
Senna si iscrive al Mondiale, ma inizia praticamente a gettone. Già tre volte campione del mondo, a inizio anno si parla di un possibile passaggio in IndyCar.
Sfoglia la margherita una gara sì e l’altra pure. L’atteggiamento di Senna non convince nemmeno i suoi tifosi o i giornalisti brasiliani. Come riporta Repubblica nei giorni prima della gara a Interlagos, i giornali di Sao Paolo parlano ormai di una “novela”.
“A reviravolta”, titolano altri, “il ripensamento”. Un continuo tentennare, restare sul filo, un passo alla volta ma con le mani libere. Tradotto, “a eterna indefiniçao“, un’eterna incertezza.
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In qualifica il brasiliano paga la differenza di potenza rispetto alle Williams che monopolizzano la prima fila con Prost e Damon Hill, primo grande rivale di Michael Schumacher.
Il tedesco completa la prima fila alle spalle di Senna. Quinto parte Michel Andretti sull’altra McLaren ma la sua gara dura poco per un incidente al via con Gerhard Berger.
La corsa di Senna si complica, per un sorpasso in regime di bandiere gialle. Il tre volte campione del mondo deve attraversare la corsia box per scontare lo stop-and-go di penalità.
Nel momento più difficile arriva la pioggia di marzo. Senna, re del bagnato, risale posizioni su posizioni mentre i rivali annaspano. Katayama e Suzuki vanno fuori pista, Schumacher si complica la vita ai box, Prost perde il controllo sul rettilineo d’arrivo e si ritira.
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Per la vittoria, è corsa a due tra Senna e Hill. Il sorpasso del brasiliano è un anticipo di vittoria, una promessa di vita in fondo al cuore. Senna trionfa, la McLaren festeggia il centesimo successo nella sua storia in Formula 1.
Sotto il diluvio, circondato dai tifosi che invadono la pista, Senna si fa accompagnare ai box dalla safety-car. Si sporge con la testa e il busto oltre il finestrino e saluta come farebbe un sovrano, un presidente o una rock-star di fronte a un pubblico festante.
Quell’auto è una Fiat Tempra, lanciata proprio quell’anno in Brasile. Dopo molti anni e diversi passaggi di proprietà, un appassionato di Itabuna, nel Bahia, è riuscito a rintracciarla. Come racconta il sito Drive Tribe, ha raccolto tutte le informazioni su quel modello, numero di telaio FBM – 1001, e l’ha restaurato per restituirgli la veste che aveva quel 28 marzo 1993, scritte sulla carrozzeria comprese.
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