Jenson Button correrà nell’extreme E. L’ultima sfida del britannico, campione del mondo in Formula 1 nel 2009. In un video, i 10 momenti top nel circus
Jenson Button continua a sfidarsi. Cerca limiti e nuovi orizzonti, come nuovo pilota nella Extreme E, la serie per SUV elettrici in cui è coinvolto anche il campione del mondo di Formula 1. Il britannico, campione del mondo nel 2009, avrà anche un ruolo di “senior advisor” alla Williams, il team con cui debuttò nel 2000. Alla sua seconda gara, diventò il pilota più giovane mai arrivato a punti in F1 fino a quel momento.
La Formula 1 ha celebrato i dieci momenti più significativi della sua carriera, in cui ha attraversato la storia di Williams, Benetton, BAR, Honda, Brawn e McLaren. Spicca, e non potrebbe essere altrimenti, il GP del Canada del 2011 in cui passò da ultimo a primo in una gara durata, compreso lo stop per la pioggia, quattro ore e quattro minuti.
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Le corse fanno parte della storia di famiglia. Suo padre John correva nei rallycross e l’ha chiamato Jenson in onore del suo principale rivale di allora, Erving Jensen. Nei primi tempi, però, Button junior fa notizia soprattutto per la lista di fidanzate, lo yacht da 72 piedi, la Ferrari. “E’ solo un pigro playboy” dice Flavio Briatore, che lo lascia andare per far posto alla Renault al futuro campione del mondo Fernando Alonso.
Passa alla BAR-Honda, dove trova come compagno di squadra Jacques Villeneuve che non gli dà esattamente il benvenuto più caloroso possibile. “Sembra più il cantante di una boyband che un pilota” dice. Dietro il sorriso da cartolina, però, c’è un pilota vero che arriva terzo, a sorpresa, nel Mondiale 2004. A metà della stagione 2005 firma per tornare alla Williams, la BAR si oppone. Il “Buttongate” si chiude quando la Honda acquista la BAR. Il pilota paga la penale alla Williams e resta dov’è.
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Al GP Ungheria 2006 si toglie di dosso l’immagine di “winless wonder”, di pilota di talento ma senza vittorie. Gli anni successivi alla Honda regalano meno soddisfazioni. Il team abbandona la F1 nel 2008. A poche settimane dalla nuova stagione, arriva un salvatore: Ross Brawn, uno degli artefici dei sette Mondiali di Michael Schumacher tra Renault e Ferrari.
Appena nata, la Brawn-Mercedes, con Button alla guida, vince sei delle prime sette gare del Mondiale 2009. La tensione aumenta, il vantaggio si assottiglia ma non sfuma. Button a fine stagione è campione del mondo ma non resta in squadra. Va ad alimentare una rivalità interna intensa ma corretta con Lewis Hamilton alla McLaren. Dopo un secondo posto non scontato nel 2012, le prestazioni della macchina peggiorano di anno in anno. Nel 2014, per la prima volta dal 1980, la McLaren chiude una stagione senza vittorie.
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Cambia così fornitore di motori, torna alla Honda che aveva caratterizzato i gloriosi anni Ottanta. Non andrà nello stesso modo, ma il suo ottimismo rappresenta un elemento di unione all’interno della squadra e bilancia le frustrazioni crescenti di Fernando Alonso.
La sua carriera si chiude nel 2016, con l’appendice di un GP Monaco nel 2017 disputato al posto dell’asturiano. Ha disputato 305 gran premi, ha ottenuto 15 vittorie e 50 piazzamenti sul podio.
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