Riviviamo il GP Monaco 2001, la sua 29ma vittoria in Formula 1. E’ il suo ultimo successo sul circuito più singolare del Mondiale
L’ultima pole position di David Coulthard, il primo podio per una Jaguar in Formula 1, l’ultimo successo a Montecarlo di Michael Schumacher. Succede tutto nel weekend del 26-27 maggio 2001, al termine di un’esibizione di un’esibizione di leadership nel tracciato più singolare della Formula 1. Un circuito confermato in calendario anche nel 2021.
Vent’anni fa, al GP di Monaco si vedono un paio di soluzioni decisamente sui generis nelle prove libere del giovedì. La Arrows si presenta con un’ala supplementare sul muso, la Jordan con uno spoiler davanti al pilota. Niente a che vedere, per forma e funzione, con l’Halo che vediamo oggi, a cui Sebastian Grosjean deve molto dopo il rogo della sua Haas in Bahrain. La FIA, però, boccia entrambe le soluzioni che non possono essere utilizzate né in qualifica né in gara.
La pole va a David Coulthard, sulla McLaren, davanti a Michael Schumacher e al finlandese Mika Hakkinen, compagna di squadra dello scozzese. Il tedesco ha il volto rabbuiato, è amareggiato e non lo nasconde. Nell’ultimo giro, che avrebbe potuto dargli la pole, ha toccato una barriera prima dell’ingresso nel tunnel. Ha danneggiato pesantemente la Ferrari, soprattutto nella zona della ruota anteriore destra. Addio pole.
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Al gran premio di Monaco, Michael Schumacher arriva con quattro punti di vantaggio su Coulthard, 42 a 38. Hanno fatto il vuoto nelle prime gare. Rubens Barrichello, compagno di squadra di Schumi, è terzo a quota 18.
Per lo scozzese, la gara si mette malissimo. La sua McLaren ha un problema nel giro di ricognizione. Deve partire in fondo alla griglia. E correre a Montecarlo, diceva Nelson Piquet, è come fare ciclismo in salotto. Lo sperimenta lo stesso Coulthard che per 34 giri, dall’ottavo al 42°, percorre il tornante Loews, la chicane delle Piscine, la Rascasse, alle spalle della Arrows di Enrique Bernoldi.
“Lì per lì non mi sono accorto dei problemi di Coulthard – ha detto Schumacher -, non nego che la cosa abbia semplificato il tutto. A quel punto non mi restava che entrare primo alla curva di Santa Devota dopo il semaforo verde“. E’ proprio quello che succede.
Inizia una processione: Schumacher in testa e gli altri dietro. Inseguono Hakkinen, Barrichello e Ralf Schumacher. Al box Ferrari, Jean Todt si gode il dominio del tedesco. Accanto a lui, due stelle inattese, i campioni Ronaldo ed Edgar Davids. E’ il lato mondano dell’evento, a cui hanno partecipato anche la splendida modella Naomi Campbell e Rachel Hunter, l’ex moglie del cantante Rod Stewart.
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Al 33mo giro, un guasto al differenziale mette ko Hakkinen. Le due Ferrari viaggiano in parata fino all’arrivo. Schumi trionfa davanti a Barrichello e all’irlandese Eddie Irvine. Arriva a doppiare Coulthard, che non lo ostacola e si fa da parte. Le comunicazioni con Todt sono continue. “Grazie ragazzi, mi avete dato una macchina fantastica” festeggia via radio.
“Non è una vittoria che vale meno – dirà Schumi dopo il suo 29mo successo in Ferrari -. Certo è stata una gara piatta e non emozionante ma è bello vincere qui perché questo è un posto speciale”.
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A volte, aggiunge, avere un rivale alle spalle che ti attacca e ti mette pressione aiuta. “Così resti sveglio e concentrato sul duello, e non stai a farti troppi pensieri su come gestire i freni o il cambio. Non finiva mai, non vedevo l’ora di arrivare”.
Schumacher vincerà il Mondiale con quattro gare d’anticipo, in Ungheria. Chiuderà la stagione con 123 punti, allora un record nella storia della Formula 1.
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