Mentre si delinea una nuova crisi di governo, sono molti i settori che chiedono aiuti e sostegni, tra questi gli autisti NCC
Un settore paralizzato, un quarto di licenze fallite, quasi la metà senza lavoro sufficiente per pagare conti e tasse. Gli autisti NCC, noleggiatori con conducente attivi su piazza hanno diramato un comunicato con il quale minacciano proteste e paralisi di aeroporti e stazioni.
La pandemia ha portato un quarto degli autisti titolari di una licenza di noleggio a restituire il proprio permesso. Aspettavano i cosiddetti ristori che però non sono arrivati. E la situazione è arrivata a un punto di non ritorno.
Oggi a Roma si sono trovati a decine per manifestare in piazza, davanti al ministero dell’Economia, per chiedere un sostegno fino a oggi promesso ma mai arrivato: “I nostri conti non tornano – dice Arnaldo Liburdi, presidente del comitato sindacale degli NCC di Fiumicino – ogni mese arrivano regolarmente da pagare il leasing, le assicurazioni, persino le tasse. Ma non si vedono né soldi né clienti. Il 2020 abbiamo subito danni incalcolabili. Nemmeno i ristori potranno servire a rimetterci in piedi anche perché il 2021 sarà comunque drammatico. Ma se non arrivano quei pochi soldi siamo tutti condannati…”
Stando ai dati forniti dai comitati sindacali dei noleggiatori almeno un quarto degli autisti proprietari di una licenza comunale NCC hanno restituito la loro licenza. Non riuscivano a pagare i conti. Il futuro è preoccupante: “I ristori sono una necessità inderogabile – continua Liburdi – e se non arrivano siamo pronti a paralizzare l’Italia. Scenderemo in piazza tutti, nessuno escluso”.
Una protesta condivisa anche dai tassisti, anche loro in enorme difficoltà, con cui pure i gli autisti a noleggio hanno sempre avuto rapporti difficili: “Purtroppo nessuno dice la verità, e cioè che nel 2021 il turismo non ci sarà e che siamo tutti condannati alla fame – conclude il rappresentante degli autisti NCC – ci avevano dato un contentino per il fatturato di aprile, per quello di giugno non è arrivato nulla nessuno nonostante le proteste. Oltre il 25% delle nostre aziende ha già chiuso. I titolari si barcamenano, quando scadrà il blocco dei licenziamenti non meno di 50mila persone si ritroveranno a casa. E ora – ci mancava anche la crisi di governo…”
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