A partire da domani, lunedì 11 gennaio 2021, scatta la Zona Arancione in 5 Regioni: sono diverse le limitazioni da rispettare.
E’ in arrivo una nuova settimana e, con essa, anche nuove misure restrittive introdotte dal governo per provare a ridurre il numero di positivi al Coronavirus, ancora elevato soprattutto in alcune zone. A partire da domani si torna infatti al sistema della suddivisione a fasce, che varia a seconda della Regione e dell’incidenza dei contagi. Il fattore principale che viene preso in considerazione è l’indice Rt, che dice quante persone possono essere contagiate da una sola persona in media e in un certo periodo di tempo, in relazione all’efficacia delle norme in vigore. I parametri per la classificazione sono però diventati più rigidi proprio perché si ritiene fondamentale agire con il massimo della cautela in questa fase.
Nonostante la situazione non sia da sottovalutare, non ci sarà alcuna regione che entrerà in “zona rossa”. Saranno invece cinque quelle che diventeranno “arancioni” fino al prossimo 15 gennaio. Si tratta di Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Calabria e Sicilia. Tutte le altre potranno tornare invece “gialle”.
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L’idea di operare in maniera più rigida rispetto a quanto accaduto finora è stata presa dal governo in accordo con il Comitato Tecnico Scientifico, preoccupato per il numero di positivi ancora alto in alcune zone. La campagna vaccinale contro i Covid-19 prosegue, ma in questa fase iniziale diventa fondamentale non abbassare la guardia.
La “Zona Arancione” potrà servire comunque, almeno in parte, a ridare fiato all’economia. I negozi, infatti, possono restare aperti, ad eccezione di bar, pasticcerie e ristoranti, che possono operare solamente con l’asporto. Chi vive nelle regioni che entrano in “zona arancioni” potrà muoversi liberamente solo all’interno del proprio Comune di residenza (è consentito uscire solo per motivi di lavoro, salute e necessità), dalle 5 alle 22. Successivamente scatterà ancora il coprifuoco, valido comunque in tutta Italia. Gli spostamenti dovranno essere comunque giustificati tramite l’autoscertificazione.
Nel frattempo, il premier Conte e i suoi collaboratori, in accordo con il Cts, sono già al lavoro per studiare quali siano i provvedimenti da mettere in atto una volta scaduto questo decreto, quindi a partire dal 16 gennaio. Le decisioni definitive saranno comunque prese a ridosso di quella data.
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