Davide Brivio con Alonso: perché la Renault Alpine può stupire in Formula 1

Davide Brivio è abituato ai grandi campioni. Ha valorizzato il giovane Mir. Può essere l’uomo giusto per gestire Alonso e Ocon alla Alpine

Davide Brivio e Fernando Alonso, la Alpine si gioca tutto in Formula 1
Davide Brivio e Fernando Alonso, la Alpine si gioca tutto in Formula 1

Il nuovo non sempre è buono di per sé. Ma il vecchio, alla Renault, non è buono di sicuro. Nel 2019, la casa francese ha ottenuto meno punti nel Mondiale costruttori in Formula 1 rispetto al 2018. E nel 2020 ha chiuso dietro la McLaren e la Racing Point. Dani Ricciardo ha centrato il primo podio dal 2015, ma non è bastato.

La nuova era passa per il nuovo nome, Alpine e per un CEO italiano come Luca De Meo. Attento a come il mondo delle corse aiuta il posizionamento del marchio nel suo complesso, tanto da lasciare gradualmente a Nissan la Formula E, De Meo è stato presidente della Seat e creatore del brand Cupra. Ha voluto al vertice del team Davide Brivio, manager della Suzuki campione del mondo nella MotoGP con Joan Mir.

Le loro storie si erano già intrecciate negli anni tra il 2007 e il 2010. De Meo era allora responsabile marketing del gruppo Fiat che sponsorizzava Valentino Rossi e il team Yamaha di cui Brivio era team manager. E di grande successo, considerato che ha riportato il brand al primo titolo in classe regina dal 1992.

Brivio è abituato a lavorare con grandi campioni, Valentino Rossi su tutti. Negli ultimi anni, ha mostrato anche qualità di organizzazione, o per meglio dire di riorganizzazione, e di valorizzazione dei giovani. La sua esperienza in Suzuki, iniziata praticamente da un foglio bianco a Valencia nel 2014, in sei anni ha portato al primo titolo piloti in vent’anni.

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Formula 1, le sfide di Brivio e Alonso alla Alpine

Formula 1, le sfide di Brivio e Alonso alla Alpine 
Formula 1, le sfide di Brivio e Alonso alla Alpine

L’addio un po’ a sorpresa lo proietta in un mondo nuovo in cui si troverà di fronte a due situazioni non facili. Perché Fernando Alonso ha la tendenza a diventare instabile se le cose non vanno come dovrebbero. E Ocon difficilmente avrà ancora seconde chances se non riuscirà a mettere in difficoltà l’asturiano.

Nella sua carriera in MotoGP, e nella sua esperienza in MotoGP, ha goduto anche di libertà organizzative e di selezione dei piloti che almeno al primo anno in Alpine non avrà.

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Però sa come si valorizzano i campioni, e avrà il colpito non facile di far rendere al meglio l’incompiuta della Formula 1. Con uomini già all’interno del team, e poco tempo per abituarsi, perché alla Renault di tempo ne avrà poco. L’investimento su Alonso pesa, e il team si attende risultati immediati per ottenere un ritorno all’altezza.

Eppure, non si può escludere del tutto la sensazione che sia arrivato nel 2021 anche per prendere confidenza col mondo della Formula 1 in vista della rivoluzione tecnica attesa per il 2022. Quando ci sarà di nuovo una sorta di pagina bianca per tutti.

In un anno, possono cambiare tante cose. Si deciderà il futuro di Ocon, che ha in contratto in scadenza alla fine della prossima stagione. Si misureranno le qualità in Formula 2 dei giovani piloti della scuderia Guanyu Zhou e Christian Lundgaard, che al momento non sono ancora pronti per il salto  in Formula 1. Un anno per ricostruire, per iniziare a sognare. Quando un’era sta per finire e la nuova non è ancora cominciata.

 

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