In un post natalizio per la pista di kart di Carlos Sainz sr, compare un uomo con la faccia dipinta di nero. Le accuse di blackface coinvolgono anche il figlio, arrivato alla Ferrari
Un post sui “Re Magi” scatena la polemica. Il caso coinvolge la pista di kart a Madrid di proprietà di Carlos Sainz, il padre del nuovo pilota Ferrari. Per illustrare questo messaggio di semplici auguri natalizi compare infatti un uomo con il volto dipinto di nero. Immediate le accuse di blackface, che finiscono per coinvolgere anche il figlio. Anche se, come fanno notare altri tifosi, difficilmente il prossimo compagno di squadra di Charles Leclerc ha avuto qualcosa a che fare con il controverso messaggio pubblicato sui profili collegati alla pista di kart di suo padre.
Il “blackface” è una pratica diffusa dall’Ottocento negli Stati Uniti. Negli spettacoli dei menestrelli di allora, gli attori bianchi si dipingevano il volto di nero per interpretare schiavi africani liberati, tratteggiandoli però in maniera profondamente denigratoria. La pratica ha mantenuto un significato profondamente razzista, e negli USA oggi viene censurata proprio per i legami con l’epoca del colonialismo.
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Il tema è molto sentito, come dimostra questo tweet di un appassionato che riporta l’immagine della pubblicità, successivamente cancellata dal profilo del Carlos Sainz Karting, e se la prende anche con Sainz junior. “Mi chiedo perché non si inginocchia (prima delle gare)” scrive.
In Italia, la pratica è considerata innocua, si sono viste alcune esibizioni su Rai Uno durante Tale e Quale Show con artisti che hanno imitato cantanti neri con il volto dipinto (anche se il cantante Ghali si è opposto a questa abitudine). Il dibattito negli ultimi anni ha attraversato anche la televisione USA. Un paio di anni fa, Megyn Kelly della NBC si chiedeva in cosa fosse razzista dipingersi la faccia per imitare la cantante Diana Ross.
Sul web, la questione rimane sentita. Sainz ne finisce coinvolto. Il blackface nel messaggio sui profili dell’impianto di proprietà del padre diventa, agli occhi dei tifosi, l’indizio di convinzioni condivise. Per questo c’è chi si augura di vedere Hamilton dargli otto giri di distacco a ogni gara.
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Un altro utente ne fa un ragionamento sociologico. “Sainz jr non ha a che fare con il messaggio, ma è pur sempre suo padre e sono i suoi valori” scrive, e porta anche lui il discorso sulla decisione di Sainz di non inginocchiarsi, gesto universale di sostegno alle rivendicazioni del movimento Black Lives Matter.
Dopo le polemiche contro Nikita Mazepin, per i suoi comportamenti sessisti, i tifosi di Formula 1 dimostrano un’attenzione e una sensibilità sempre maggiori verso questi temi. Un monito per tutti.
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