I grandi classici della musica americana che celebrano una leggenda USA come la Cadillac, da Chuck Berry a Bruce Springsteen
Difficile trovare, nel mondo della auto, una leggenda più americana della Cadillac. Anche la musica, da generazioni, celebra un classico senza tempo. Ha ispirato artisti jazz e blues, rock e country, almeno dalla metà degli anni Cinquanta.
Il lusso, il dinamismo, l’eleganza della Cadillac raccontano la speranza di generazioni di americani che vi hanno visto l’incarnazione di un sogno, di una speranza. Hanno visto in quelle auto la possibilità di realizzare un’ambizione. Perché una strada, canta Springsteen, può portarti ovunque. E allora, lasciamo che il vento ci scompigli i capelli e partiamo.
La Cadillac affascinava già Chuck Berry, uno dei cantautori di maggior successo del Novecento. In due minuti e 20 secondi, con la sua voce unica e l’immancabile chitarra, canta due oggetti del desiderio: Maybelline la sua Coup de Ville.
Graffia la voce di Johnny Cash, che nel 1976 racconta con amaro umorismo il bizzarro desiderio di un operaio della General Motors che vorrebbe costruire una Cadillac nuova di zecca usando pezzi di scarto trafugati e nascosti nel contenitore per il pranzo.
Una delle più originali composizioni mai realizzate per uno dei brand classici del settore automotive in America resta “Cadillac Walk” di Mink DeVille (1977). Un concentrato di energia, tutto cromato, in tre minuti e venti secondi.
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Vince Taylor, in un malinconico rockabilly, cantava della fidanzata che lo lasciò per una “Brand New Cadillac”. I Clash ne faranno una cover per il loro album simbolo, London Calling.
Il fascino per le auto, come simbolo del sogno americano, è al centro di una parte consistente della produzione di Bruce Springsteen. Nelle sue meditazioni sui fantasmi della memoria, sospesi tra desiderio e rimpianto, peccato e salvezza, l’auto sportiva testimonia un’illusione.
Ovvero un mal riposto ottimismo, per cui si arriva a credere che l’insoddisfazione si possa curare semplicemente andando da un’altra parte. La sua “Pink Cadillac” magari non cura, ma è una bella consolazione.
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Passa un’altra decina d’anni e Karen Lawrence si chiede, e domanda: “Perché vai a piedi?“. Sottotitolo, perché lo fai se puoi viaggiare con un motore V8 sotto al sedile?
Roseanne Cash nel 2006 ne canta una nera. Stavolta non c’è gioia, è una canzone sulla perdita, sul dolore inconsolabile di una figlia con accenno a Johnny Cash. Infine, nel 2014 Patrick Monahan, il crooner dei Train, riporta al centro della scena la De Ville del 1968 nel video di “Cadillac, Cadillac”, ispirato al gusto e alle atmosfere della serie Mad Men.
Infine, nel 2017, Bruno Mars dedica un omaggio moderno al grande classico del sogno americano. Secondo Rolling Stone, ne possiede sul serio. Ad esempio, dopo l’uscita dell’album di quell’anno, si sarebbe regalato una Caddy che ha soprannominato “Bessie”. Facile, allora, capire perché canta con entusiasmo “That’s What I Like“, “Ecco quello che mi piace”.
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