Il governo sta valudando le nuove misure restrittive che entreranno in vigore dal 7 gennaio: tra le idee allo studio una zona rossa nei weekend attiva senza alcuna distinzione tra le Regioni.
Cosa accadrà a partire dal 7 gennaio? Quali saranno le misure restrittive a cui dovremo sottostare per fare in modo che non possa esserci un’ulteriore impennata di casi di positività al Coronavirus? Le norme attualmente in vigore, che hanno stabilito la “zona rossa” nei giorni festivi e prefestivi, “arancione” negli altri, saranno valide fino alla giornata dell’Epifania, ma continuare ad agire con il massimo della cautela in virtù della situazione attuale sarà fondamentale.
Già in queste ore il premier Conte si incontrerà con i suoi Ministri per cercare di valutare quali possano essere le soluzioni migliori da prendere, ma sempre tenendo in considerazione anche il parere dei Comitato Tecnico Scientifico. Il rischio concreto è che possa esserci una nuova stretta, nonostante la reintroduzione del sistema a fasce, come accaduto già prima delle feste.
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Al momento nessuna decisione è stata presa, ma il nuovo decreto che entrerà in vigore terrà in considerazione non solo gli ormai noti 21 parametri utilizzati finora, ma anche l’evoluzione dell’indice Rt, che in alcune regioni invita ancora a evitare possibili allentamenti delle misure. La situazione generale più recente ha messo in evidenza una leggera crescita di questo dato, accompagnata da un ulteriore aumento del tasso di positività (dato dal rapporto tra numero di tamponi eseguiti e numero di persone positive).
Tra le ipotesi che sembrano essere caldeggiate c’è quella di istituire zone rosse nei fine settimana sull’intero territorio italiano. Se si dovesse propendere verso questa soluzione, si proseguirebbe come accaduto finora (le restrizioni sono certamente minori rispetto a quelle introdotte nel lockdown di primavera), ma a essere colpiti sarebbero soprattutto i negozi, che non potrebbero accogliere clienti, oltre che bar, ristoranti e pizzerie che potrebbero continuare ad operare solo con l’asporto. Il coprifuoco continuerebbe a essere attivo fino alle 22, mentre restano ancora forti dubbi sulla riapertura delle scuole, che dovrebbe avvenire solo al 50% in presenza (il rischio concreto è di intasare ulteriormente i mezzi pubblici).
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