Mick Schumacher, fresco di titolo mondiale in Formula 2, è pronto per il salto in Formula Uno, dove proverà a mantenere alto il cognome di famiglia. Ma non è sempre stato così.
La giornata di oggi è certamente destinata a restare nella storia dei motori. Mick Schumacher, figlio del grande Michael, si è infatti laureato campione del mondo in Formula 2. Uno dei biglietti da visita migliori in vista del suo salto in Formula Uno, previsto dalla prossima stagione, in cui sarà al volante della Haas. Pur essendo ancora giovanissimo, il tedesco sta già dimostrando di avere doti importanti, molte delle quali sembrano derivare anche dal suo DNA. Il ragazzo, almeno per ora non si monta la testa, ma non ha mai nascosto di voler fare il possibile per seguire le orme del suo idolo, il suo celebre papà.
Al pari del sette volte campione del mondo, anche lui ha iniziato la carriera da giovanissimo nei kart, dove ha avuto la possibilità di affinare il suo stile di guida. Forse però non tutti lo sanno, ma in quel periodo lui aveva deciso di farsi conoscere con un nome “diverso” dal suo, anche se è stata una scelta che ha avuto vita breve.
Mick Schumacher e un cognome importante in Formula Uno
A gioire al fianco di Mick per la conquista del titolo mondiale c’era mamma Corinna, che ha sempre fatto il possibile per sostenerlo, sia moralmente sia con la sua presenza in occasione delle gare. Scegliere di ripercorrere la carriera di un padre così “ingombrante” non è però semplice proprio perché in questi casi il confronto diventa inevitabile (e Schumi jr. ha anche uno zio che ha corso in Formula Uno, Ralf), ma a Mick questo non è mai importato granché ed è sempre andato avanti per la sua strada. Almeno per ora i fatti gli stanno dando ragione.
C’è stata però una fase in cui il tedesco aveva deciso di “gareggiare in incognito“. Alle gare di kart, infatti, lui si iscriveva con lo pseudonimo di “Mick Betsch“, utilizzando quindi il cognome materno. Un’idea nata forse per tenersi lontano almeno in quel periodo dalle pressioni, oltre che per evitare di scatenare troppe attenzioni su di sè (anche se molti, ovviamente, erano a conoscenza della sua vera identità). Nel 2014, però, lui ha deciso di dire basta e così al momento dell’approdo nel campionato tedesco Junior Kart ha deciso di presentarsi con il suo nome.
E ora il suo sentimento sembra essere davvero cambiato: “Non posso che essere onorato all’idea di poter gareggiare con il mio cognome e di provare a portare avanti una tradizione importante per la mia famiglia. Sono tanti i tifosi tedeschi che mi amano e io voglio fare il possibile per renderli orgogliosi di me”.
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