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Autocarri, l’allarme dell’ACI: i mezzi del Sud Italia sono troppo vecchi

Autocarri, l’allarme dell’ACI: i mezzi del Sud Italia sono troppo vecchi. Il trasporto delle merci in alcune parti del nostro Paese crea danni all’ambiente

Autocarri, l’allarme dell’ACI: i mezzi del Sud Italia sono troppo vecchi (Foto: Getty)

Proprio in concomitanza con la crisi economica scaturita dalla pandemia di Covid-19, il Governo ha deciso di incentivare la mobilità green. Bonus per l’acquisto di veicoli elettrici e ibridi, aumento dell’uso della bici e dei monopattini, auto a benzina di ultima generazione (Euro 6). In questo quadro di sforzo generale nel rinverdire il trasporto su gomma, stride un dato diffuso dall’analisi del Centro Studi Continental, basato sui dati forniti dall’ACI. Il 66,9% degli autocarri per trasporto merci che circolano in Italia è “vecchio” di almeno 10 anni. I mezzi in questione sono stati immatricolati prima del 2009 e quindi sono particolarmente inquinanti. Solo il 33,1% è stato acquistato nell’ultima decade e soprattutto al Sud Italia, le percentuali sono ancora peggiori.

La peggiore situazione relativa agli autocarri per il trasporto merci è quella della Regione Calabria, dove la percentuale di veicoli immatricolati prima del 2009 è addirittura dell’85,3%. Seguono la Sicilia (82,7%), la Sardegna (80,9%), la Basilicata (79,8%) e la Campania (78,8%).

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Autocarri, l’allarme dell’ACI: i mezzi del Sud Italia hanno più di 10 anni e sono particolarmente inquinanti

Autocarri, l’allarme dell’ACI: i mezzi del Sud Italia sono troppo vecchi (Foto: Getty)

Purtroppo come avviene per quasi tutti gli aspetti economici del nostro Paese, la situazione del Meridione è più preoccupante rispetto al Nord Italia. Questo gap è stato ancor più allargato durante la crisi per il Covid-19, andando a moltiplicare una problematica di antica natura. Difficoltà logistiche, finanziarie e il famigerato lockdown hanno inevitabilmente diminuito la vendita e il ricambio degli autocarri, come avvenuto per tutto il resto dell’automotive.

Le immatricolazioni sono bloccate a oltre dieci anni fa e non ci sono i fondi per ringiovanire un parco mezzi per il trasporto delle merci su gomma che necessiterebbe di una netta rinfrescata. Il danno per l’ambiente è piuttosto cospicuo e stride con tutti gli sforzi fatti per sostenere una mobilità green al passo con gli altri Stati europei.

Angelo Papi

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