Il 17 dicembre 2001, la Toyota annunciò dopo due anni di attesa la sua prima vettura di F1.
Una grande promessa mancata. Nonostante uno dei budget più ricchi della Formula 1, la Toyota non ha ottenuto alcuna vittoria nei 140 gran premi a cui ha preso parte dal 2002 al 2009.
Il team aveva annunciato la sua intenzione di debuttare in Formula 1 già nel 1999, dopo aver perso per la seconda volta consecutiva alla 24 Ore di Le Mans. Avrebbe dovuto fare il suo ingresso nel circus per la stagione 2001, anche se ha scelto di prendersi un altro anno per testare la vettura e mettere a punto la struttura.
Dopo una delle fasi di sviluppo più lunghe nella storia della Formula 1, il 17 dicembre 2001 la Toyota svela la nuova vettura. “Il successo non è questione di soldi. Il successo la fa un buon team di persone che lavorano bene insieme e fanno le cose nel modo giusto” diceva il presidente Ove Andersson. Il tempo dimostrerà quanto avesse ragione, ma non gli sarà di alcuna consolazione.
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L’ex ferrarista Mika Salo e il britannico Allan McNish compongono il primo team. L’inizio pare incoraggiante, sesto posto del finlandese in Australia alla prima assoluta della TF102. Allora solo i primi sei andavano a punti. E di punti in tutto il Mondiale ne ottiene appena due: anche l’altro grazie a Salom sesto in Brasile.
L’anno successivo cambiano i piloti, arrivano Olivier Panis e l’esordiente brasiliano Cristiano Da Matta. Il francese, che aveva vinto un surreale GP a Montecarlo nel 1996, non andrà oltre il quinto posto in Germania. Va un po’ meglio Da Matta, dominatore della CART l’anno prima.
Si ritira solo tre volte, si ritrova per diversi giri in testa addirittura a Silverstone. Chiude con 10 punti, quattro in più di Panis, e si garantisce la conferma per il 2004. Quell’anno peraltro sono cambiati i regolamenti, a punti vanno i primi otto e non più i primi sei.
La sua esperienza dura però solo fino al GP Ungheria del 2004, quando al suo posto arriva Ricardo Zonta, famoso solo per aver assistito al doppio sorpasso più incredibile nella storia della Formula 1. Era il doppiato che Hakkinen aggirò superando contemporaneamente Michael Schumacher a Spa nel 2000.
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In Giappone, il team dà il benservito anche a Panis, sostituito da Jarno Trulli. L’abruzzese ha regalato alla Toyota il primo podio in Formula 1. Al GP Malesia 2005, partito in prima fila, Trulli è l’unico che regga il passo di uno scatenato Alonso, primo con la Renault. Trulli salirà sul podio anche in Bahrain e in Spagna. Due i podi anche per il suo compagno di squadra, Ralf Schumacher che ha preso il posto di Zonta a fine 2004. Il fratello d’arte arriva terzo in Ungheria e in Cina. La Toyota conclude al quarto posto il suo miglior Mondiale.
Nel 2006, non paga il passaggio ai motori V8 né tanto meno il cambio di fornitore delle gomme, da Michelin a Bridgestone. A parte il terzo posto di Schumacher in Australia, la presenza della Toyota resta impalpabile per tutto il 2006 e anche per la stagione successiva.
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Nel 2008 il tedesco Timo Glock prende il posto di Ralf Schumacher. Il tedesco arriva secondo in Ungheria, Trulli terzo in Francia. Di Glock, però, rimane nella memoria soprattutto il drammatico ultimo giro sotto il diluvio al GP Brasile del 2008, quando Massa sarà campione del mondo in casa per mezzo minuto.
La stagione successiva appare foriera del tanto atteso cambio di passo. Trulli e Glock salgono tre volte sul podio nelle prime quattro gare. Poi però le prestazioni peggiorano e le scelte del team non aiutano. In Bahrain, solo gli errori di strategia, infatti, tolgono a Trulli la possibilità di firmare la prima storica vittoria del team in F1. A fine stagione, dopo una gran quantità di soldi spesi e un bottino di zero vittorie, la Toyota saluta la Formula 1.
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