Paolo Ciabatti, direttore sportivo Ducati, spiega i motivi del mancato titolo MotoGP e dell’addio di Andrea Dovizioso.
Il campionato MotoGP 2020 non è stato particolarmente soddisfacente per Ducati, che non è riuscita a vincere il titolo. Con l’assenza di Marc Marquez le chance di farcela erano maggiori, ma non è bastata.
Andrea Dovizioso, reduce da tre anni da vice-campione del mondo, doveva essere il favorito per il trionfo finale e invece ha concluso la stagione al quarto posto a -36 da Joan Mir. Il forlivese ha vinto una sola gara in Austria e conquistato un altro podio a Jerez. Solo altre due volte è finito in top 5. Annata non esaltante, soprattutto per i problemi con la nuova gomma posteriore Michelin.
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Paolo Ciabatti, intervistato da Moto.it, ha fatto un bilancio del campionato MotoGP 2020: «Una stagione particolare a causa del Covid, ma è stato un successo far partire il campionato e concluderlo. Noi probabilmente abbiamo patito più degli altri la nuova gomme posteriore Michelin. Abbiamo vinto il Mondiale costruttori anche grazie ai punti tolti a Yamaha, va detto. Non sono ipocrita, il titolo più importante è quello piloti e senza Marquez pensavamo di avere l’occasione giusta con Dovizioso. Siamo andati sul podio con tutti i piloti, ma è mancata la continuità che invece ha avuto Mir».
Sicuramente c’è della soddisfazione per aver conquistato il Mondiale costruttori, però si sa che è quello piloti a contare maggiormente. A Borgo Panigale spiace per non aver avuto la costanza necessaria per vincerlo in un anno nel quale Marquez era fuori per infortunio.
Gigi Dall’Igna ha detto che già da metà 2019 era chiaro che con Dovizioso sarebbe finita. Il direttore sportivo Ducati spiega: «La riunione di luglio tra lui e Andrea invece di avvicinare due persone con punti di vista diversi non aveva risolto i problemi. Ma era una sensazione, perché la verità è che non venne presa alcuna decisione in quel momento. Noi abbiamo provato a fare una trattativa con Vinales da Motegi 2019 in poi e questa cosa non è andata in porto. L’arrivo di Maverick non avrebbe escluso automaticamente Dovi. Nel colloquio di luglio 2019 Andrea aveva espresso critiche abbastanza pesanti sull’operato dello staff tecnico Ducati. Serviva un chiarimento, che però non ha avvicinato le due posizioni».
Ciabatti spiega che c’era grande voglia di conquistare il titolo con Dovizioso, nonostante a un certo punto fosse abbastanza chiaro che andare avanti insieme sarebbe stato improbabile: «Noi siamo partiti nel 2020 con la volontà di vincere il Mondiale assieme. Era interesse primario di Andrea e di Ducati sfruttare l’opportunità derivata dall’assenza di Marquez. Non era stato deciso subito che Andrea non avrebbe fatto parte della squadra 2021. Sono successe delle cose. Abbiamo dovuto trovare un accordo per ridurre l’ingaggio del 2020, cosa fatta con tutti i piloti, e nel caso di Dovi la discussione non è stata facile perché c’era una cifra importante in ballo. Abbiamo dovuto anche ridiscutere i contratti con gli sponsor a causa del Covid e pertanto è stato necessario rivedere il budget per il 2021. Ad Andrea avevamo indicato la cifra su cui poter discutere per l’anno prossimo, però su questo si è arenato tutto e lui ha preso la sua decisione».
Il dirigente Ducati spiega che la situazione interna può aver condizionato il pilota nella corsa al titolo, ma il problema è stato soprattutto un altro: «Penso che abbia sofferto soprattutto il fatto che con la nuova gomma posteriore Michelin il suo stile di guida con la Ducati non era più efficace. È sempre stato un grande staccatore, però usare questo pneumatico in quel modo non rendeva la guida efficace. Ha fatto fatica a interpretare la gomma, anche se tutti i piloti hanno avuto difficoltà. Causa Covid non abbiamo neppure potuto fare i test previsti».
La “tensione” tra il forlivese e il team ha avuto un ruolo minore rispetto alla problematica del pneumatico posteriore. Dovizioso non è riuscito a correre come faceva in passato e l’adattamento è risultato complicato. Purtroppo nel 2021 non sarà in MotoGP e tutti sperano in un ritorno nel 2022. Un peccato che rimanga fuori dalla top class del Motomondiale.
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