Romain Grosjean ha ricordato il terribile incidente avvenuto la scorsa domenica a Sakhir. Il pilota di F1 fa un racconto che mette i brividi.
È stato uno shock l’incidente con protagonista Romain Grosjean all’inizio della scorsa gara di Formula 1 in Bahrain. La sua Haas è andata distrutta e ha preso fuoco.
Si è temuto il peggio guardando le immagini in diretta, ma il pilota francese è riuscito a uscire dalla sua monoposto con conseguenze fisiche lievi. Deve saltare questo secondo GP a Sakhir, però è un piccolo prezzo da pagare rispetto alla tragedia che poteva avvenire. Anche grazie all’evoluzione della F1 in termini di sicurezza, leggasi Halo, il driver si è salvato.
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F1 GP Bahrain, Grosjean racconta l’incidente
Grosjean ha rilasciato un’intervista a Sky Sports per raccontare cosa è successo al via della gara di Formula 1 in Bahrain nello scorso weekend: «Ero uscito molto forte dalla curva 2 e ho visto che margine potessi avere. Inizialmente non ho notato nessuno negli specchietti e credevo di poter andare sulla destra, ho fatto una mossa un po’ aggressiva. Non ho capito se avessi perso la macchina da solo, credevo ci fosse stato un contatto leggero, poi ho visto che l’auto è saltata ed è andata direttamente a destra».
Il pilota del team Haas F1 prosegue il suo racconto spiegando le sue sensazioni dopo l’impatto avvenuto: «A me sembrava passato 1 minuto e 30, invece in realtà sono passati solamente 28 secondi. quando la macchina si è fermata ho aperto gli occhi, ho visto arancione e non poteva essere il tramonto. Ho visto che la visiera cominciava a sciogliersi e ho capito che si trattava del fuoco. Sapevo di non avere tempo Ho provato a muovermi prima verso destra e poi verso sinistra, ma non ha funzionato. Successivamente mi sono adagiato di nuovo sul sedile e ho detto qualche parolaccia. Mi sono detto che non poteva finire così».
Grosjean va avanti in una narrazione che mette un po’ di brividi, perché si è trovato in una situazione veramente molto critica: «Ho pensato a Niki Lauda e non volevo che andasse come a lui. Non volevo neanche che fosse la mia ultima gara. Ci ho riprovato, ma ero bloccato Mi sono rilassato sul sedile, ero quasi in pace con me stesso e ho pensato che sarei morto. Ho pensato a quale parte avrebbe preso fuoco per prima, è stato strano. Avevo la morte di fronte a me e le ho dato un nome, Benoit. Non chiedetemi perché».
Per fortuna il driver francese è poi riuscito a ricomporsi mentalmente e a trovare la forza per uscire dalla monoposto: «Sono riuscito a ritrovare lucidità nel cervello per trovare un’altra soluzione. Ho pensati ai miei figli e ho detto che non potevo morire. Ho spostato la testa e ho cercato di alzarmi ruotando il corpo, ha funzionato ma avevo il piede bloccato sotto il pedale. Ho dovuto riscendere, ho tirato forte la gamba sinistra e il piede è uscito dalla scarpa. Poi quando mi sono rialzato e ho superato l’halo. Avevo le mani nel fuoco, i guanti solitamente rossi erano diventati neri e sentivo del dolore».
Romain ce l’ha fatta e spiega cosa è successo quando è uscito fuori da quell’inferno di fuoco: «Ho saltato la barriera e ho sentito Ian (Roberts, delegato medico FIA, ndr) che mi tirava la tuta. È stata una sensazione straordinaria. Ho pensato che ero vivo. Mi sentivo bruciare la schiena, poi ho tolto i guanti perché sentivo bruciare. Siamo andati nella medical car e mi hanno detto che mi sarei ripreso. Volevano portarmi in barella sull’ambulanza, ma ho detto che lo avrei fatto a piedi perché volevo che tutti vedessero che stavo bene perché riuscivo a camminare sulle mie gambe».
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