Stefan Bradl, collaudatore Honda MotoGP, esprime un pensiero sulla situazione di Jorge Lorenzo dopo la fine dell’avventura da tester Yamaha.
Il futuro di Jorge Lorenzo nel motociclismo rimane incerto. Sicuramente non tornerà come pilota titolare in MotoGP, però l’idea di fare ancora il collaudatore rimane viva.
Nel 2020 era tornato in Yamaha proprio come tester, però l’emergenza Covid-19 ha sconvolto tutti i piani. Inoltre, il deludente test di Portimao ha spinto la casa di Iwata a non confermarlo. Al suo posto ci sarà Cal Crutchlow l’anno prossimo. E il maiorchino? Per il momento l’ipotesi Aprilia non si è trasformata in qualcosa di concreto.
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MotoGP, Bradl parla di Jorge Lorenzo
Se c’è un pilota che conosce bene il ruolo di collaudatore quello è Stefan Bradl, che da tre anni lavora con Honda allo sviluppo della RC213V in MotoGP. Quest’anno non si è limitato a fare dei test, ha anche dovuto sostituire l’infortunato Marc Marquez e quindi ha disputato praticamente tutto il campionato.
Il tedesco, intervistato da Motorsport-Total, ha espresso la propria opinione su Lorenzo: «È ovvio che non fosse in buona forma nei test di Portimao. Ma non so quanti mesi non guidava la moto. È importante allenarsi in questo sport, non puoi correre senza allenamento. Non discuto un cinque volte campione del mondo, perché sa guidare. Però forse la sua motivazione come collaudatore non è così grande come in passato. Non so cosa vorrà fare in futuro, se godersi la vita o stare ancora a contatto col paddock. Toccherà a lui decidere».
Secondo Bradl c’è un problema di stimoli per Jorge, che non è più il rider di qualche anno fa. Va detto che a giugno Yamaha aveva comunicato al maiorchino che non ci sarebbero stati test, quindi lui ha regolato la sua vita di conseguenza. Quando è stato chiamato per girare a Portimao, non è riuscito a presentarsi nella condizione migliore. Sicuramente ha delle responsabilità per essere stato molto lento, ma forse non è neppure completamente colpa sua.
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