Dakar 2021, conferme sul tracciato: si parte il 2 gennaio 2021

Nonostante le difficoltà causate dalla pandemia, l’edizione 2021 della Dakar si terrà regolarmente ma con qualche novità sul tracciato

Dakar Sainz
Immagini dalla Dakar dello scorso anno (Getty Images)

Dopo molte incertezze, dovute soprattutto alla pandemia e alle difficoltà logistiche imposte dalle regolamentazioni per il contenimento del coronavirus la Dakar 2021  viene finalmente confermata.

Dakar 2021 di nuovo in Arabia

Come lo scorso anno la Dakar si terrà sulle piste dell’Arabia Saudita: una 43esima edizione che di fatto potrebbe essere in tono minore solo perché molte scuderie non sono riuscite a organizzarsi in tempo ma che di fatto sarà a pieno regime confermando tutte le categorie in gara, auto, moto, camion e quad.

La ASO, da sempre organizzatrice ed esclusivista del marchio Dakar, che è rimasto tale anche quando la corsa si è spostata dal Sahara al Sud America e poi in Arabia Saudita, ha anche confermato alcune caratteristiche del percorso che prevede circa 5000 km di prove speciale suddivise in 12 giorni di gara. La partenza è stata confermata per il 2 gennaio, con un cronoprologo di 11  chilometri lungo le strade di Gedda, con arrivo previsto per il 15.

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Meno chilometri, meno partecipanti

Il percorso è stato parzialmente riconfigurato con una parziale riduzione dei chilometri tra prove speciali e trasferimento. Un taglio comunque minimo rispetto all’edizione del 2020. Dopo la passerella del 2 gennaio, che deciderà l’ordine di partenza dal giorno successivo, la Dakar percorrerà 7746 km dei quali oltre 4700 di prove speciali. Un solo giorno di riposo, fissato per il 9 gennaio quando la carovana avrà raggiunto Ha’il.

La ASO ha anche confermato il numero di partecipanti: in tutto saranno 295, circa 50 in meno rispetto a quelli dello scorso anno. Si tratta del numero più basso di partecipanti dal 1997 quando la Dakar affrontò il suo primo grave momento di crisi causato dalle forti tensioni geopolitiche tra i paesi subsahariani. Tensioni che nel 2008 portarono alla cancellazione della gara che poi dal 2009 fu trasferita in Sudamerica. I partecipanti saranno 501 con una rappresentanza di 16 donne.

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Dakar
Carlos Sainz dopo la vittoria nella Dakar dello scorso anno (Getty Images)

Le insidie della Dakar

David Caserta, direttore dell’edizione di quest’anno, è entusiasta: “Abbiamo cambiato tutte le rotte, sono quasi completamente nuove anche perché l’Arabia offre una straordinaria serie di scorci e di piste che ci consentono di garantire tracciati sempre diversi. Abbiamo scelto un percorso più equilibrato con diverse insidie e con numerose prove speciali estremamente tecniche”.

La tappa più insidiosa sembra essere l’undicesima, da Al Ula a Yanbu, l’ultima prima del ritorno a Gedda: ben 511 chilometri di prove speciali estremamente selettivi.

Confermata anche la cosiddetta Tappa Marathon che tutti i team dovranno affrontare senza l’assistenza del team coprendo le tappe tra il 10 e l’11 gennaio da Ha’il a Neom in assoluta autonomia.

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In epoca di pandemia

Rigidissimi i protocolli COVID-19 con diversi test prima dell’arrivo in Arabia Saudita. Una quarantena di 48 ore all’arrivo, poi misure di distanza sociale anche nel tradizionale bivacco che chiude ogni prova speciale.

Lo scorso anno fu segnato dalla morte dei motociclisti Paulo Goncalves e Edwin Straver.

Quest’anno gli organizzatori hanno introdotto l’uso di un giubbotto airbag obbligatorio per tutti i partecipanti alle classi moto e quad. In lizza anche i veicoli della “Dakar Classic”, immatricolati prima del 2000 con 26 mezzi iscritti.

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