Formula 1, trenta deputati inglesi invitano la Formula 1 a prestare più attenzione al rispetto dei diritti umani.
“Mettiamo i diritti umani davanti ai profitti”. Con questo appello, trenta deputati inglesi hanno scritto a Chase Carey, chief executive della Formula 1, alla vigilia del doppio appuntamento consecutivo in Bahrain.
Come spiega il Daily Mail, tra i firmatari figurano il capo dei liberal-democratici Sir Ed Davey e l’ex leader dei Verdi Caroline Lucas, preoccupati da quello che viene definito un atto di “sportwashing”. Ovvero, di utilizzo di un grande evento sportivo per “lavare” l’immagine pubblica di una nazione: un tema di cui si è molto parlato anche a proposito della decisione della Lega di Serie A di calcio di organizzare la Supercoppa in Arabia Saudita negli ultimi anni.
“E’ una profonda delusione non vedere progressi da questo punto di vista” ha detto Layla Moran, portavoce per gli Affari Esteri del Partito Liberal-Democratico che ha inviato la lettera a nome dei firmatari. “Non possiamo considerare i diritti umani come una questione di secondo piano”.
I deputati chiedono alla Formula 1 di utilizzare la leva dell’organizzazione del gran premio per mettere pressione sul governo del Bahrain in modo da garantire il rispetto dei diritti per tutti.
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F1 GP Bahrain, l’invito di Hamilton e la difesa del regno
Moran ha chiesto a Carey di rispettare la promessa fatta nel 2015 di rispettare i diritti umani nelle attività del circus. La lettera segue l’invito di Lewis Hamilton dopo il GP Turchia. “Dobbiamo affrontare e non ignorare le questioni sul mancato rispetto dei diritti umani nelle nazioni in cui andiamo a competere” ha detto il britannico, parlando anche del GP Arabia Saudita in calendario dall’anno prossimo.
Anche un gruppo di associazioni, guidate dal Bahrain Institute for Rights and Democracy (Bird) hanno scritto a Carey per sensibilizzare la Formula 1 sul tema.
Il governo del Bahrain, scrive il Guardian, ha respinto le accuse di sportwashing. “Prendiamo con la massima serietà i nostri doveri, ci impegniamo a mantenere i più elevati standard in materia di diritti umani e di libertà di espressione” si legge in un comunicato.
“Nessuno viene arrestato o processato per aver pacificamente espresso la propria opinione, e tutte le persone arrestate, indipendentemente dalle accuse, vengono sottoposte a un giusto processo davanti a un tribunale indipendente. Neghiamo anche tutte le accuse di torture”.
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