Napoli, i Carabinieri hanno smantellato una presunta organizzazione criminale dedita al furto di auto di lusso: eseguite sei ordinanze di custodia cautelare ed una di obbligo di firma.
Indizi gravi, precisi e concordanti questi i presupposti alla base di una richiesta di custodia cautelare. Elementi che la Procura di Napoli deve aver riscontrato andando a vagliare la posizione di sette persone residenti tra Napoli e Salerno tanto da emettere nei loro confronti un’ordinanza che disponesse gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico e per uno di essi l’obbligo di firma.
La decisione sarebbe giunta all’esito di una lunga indagine condotta dai Carabinieri che avrebbero, quindi, smantellato una rete di malviventi dediti al furto d’auto di lusso ed alla ricettazione di queste ultime. Ma quale sarebbe stato il loro modus operandi?
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Un’operazione di peso quella portata avanti dalle Forze dell’Ordine Campane conclusasi stamane, martedì 24 novembre, alle prime luci del mattino. I Carabinieri di Chiaia, hanno eseguito le ordinanze di custodia cautelare domiciliare su ordine della Procura di Napoli nei confronti di 6 persone e per una quella di obbligo di firma che, secondo le prime ipotesi investigative, avrebbero messo in piedi una vera e propria organizzazione criminale.
Le indagini sarebbero scattate quando una Maserati sarebbe scomparsa da via Riviera di Chiaia a Napoli. I Carabinieri, in quel frangente, individuarono la targa del mezzo su cui viaggiavano i presunti ladri. Da lì la pista battuta dagli inquirenti, per cui non si sarebbe trattato di un gruppo disorganizzato, bensì di una vera e propria banda con al suo interno ruoli delineati e piani studiati nel minimo dettaglio.
Il loro modo d’agire sarebbe sempre stato lineare. Stando alla ricostruzione degli inquirenti, riporta la redazione di Fanpage, dopo aver individuato un’auto di grossa cilindrata in strada, gli indagati riuscivano a forzarne il meccanismo di apertura ed accensione seppur tecnologicamente avanzato. La potente quattroruote, una volta trafugata, veniva portata via da uno dei componenti della presunta organizzazione e nascosta all’interno di rimesse.
Per riuscire nei loro intenti criminali, i soggetti indagati si sarebbero avvalsi di ogni genere di strumento: da quelli meno tecnologici come chiavi che clonavano le originali o telecomandi sino all’utilizzo di mezzi più sofisticati come Jammer e dissuasori di segnali. Sarebbero stati in grado anche di trovare un modo per inibire il GPS. Più a dirsi che a farsi, in quanto pare che il tutto avveniva nell’arco di pochissimi minuti.
Stando a quanto riferisce Fanpage, le persone per cui sono stati disposti i domiciliari con braccialetto e l’uomo a cui invece è stato imposto l’obbligo di firma, erano già note alle Forze dell’Ordine. Dal loro casellario giudiziario risulterebbero altri precedenti penali.
I fatti per cui ora sono indagati risalirebbero al 2018, precisamente il periodo da aprile e dicembre ed avrebbero operato su una vasta area del territorio campano: da Napoli all’Agro-Nocerino. I furti contestati sarebbero circa 50.
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