Non tutti condividono il modo in cui Lewis Hamilton porta avanti le sue battaglie sui diritti umani. Christijan Albers, ex pilota, è critico.
Lewis Hamilton non vuole essere semplicemente un pilota di Formula 1. Non si accontenta di salire sulla sua monoposto e correre. Per lui è importante anche lanciare messaggi importanti al mondo.
Il sette volte campione del mondo da tempo lotta contro le disuguaglianze e le discriminazioni. Ha deciso di sposare la campagna contro il razzismo del noto movimento Black Lives Matter. Inoltre, non ha nascosto di sognare un mondo più sostenibile. Ci sono più cause sulle quali si impegna e spera di sensibilizzare anche chi segue la F1.
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Non mancano osservazioni critiche nei confronti di Hamilton per la sua scelta di portare determinate campagne nel paddock. Essendo quello della Formula 1 un ambito sportivo, c’è chi pensa che sia fuori luogo mandare altri tipi di messaggi.
Christijan Albers, ex pilota di F1, ai microfoni di De Telegraaf ha fatto alcune osservazioni in merito alla condotta di Lewis: «Quando sei un atleta, esprimere la tua opinione su alcune tematiche può essere pericoloso perché sarà complicato esserne all’altezza. Hamilton difende i diritti umani attraverso il “Black Lives Matter”, ma poi sostiene la gara in Arabia Saudita, Paese criticato proprio per i diritti umani. Non puoi dire che è un bel posto, quando tutti sono a conoscenza di cosa avvenga lì».
Secondo Albers è importante essere coerenti nelle proprie battaglie. E a suo avviso Hamilton non lo è, visto che non si è schierato contro il gran premio che la Formula 1 andrà a disputare in un Paese come l’Arabia Saudita.
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“Non sono una questione politica i diritti umani” le parole di Lewis Hamilton ai microfoni di Sky Sports UK. “Ho capito quanto sia fondamentale utilizzare la Formula 1 per centrare altri scopi al di fuori dello sport, l’ho capito con il movimento Black Lives Matter” ha aggiunto. “Molte organizzazioni – ha proseguito – chiudono un occhio su quanto accade. Invece dovrebbero essere uguali per tutti i diritti umani. E andremo nei Paesi dove sono ancora un problema questi diritti“. “Non si devono boicottare questi Paesi – ha concluso – ha spingere il cambiamento utilizzando la Formula 1“.
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