Angelo Sticchi Damiani inizia il suo terzo mandato alla guida dell’ACi: confermato in carica fino al 2024 con il 94% dei voti.
Angelo Sticchi Damiani resta presidente dell’ACI fino al 2024 e inizia così il suo terzo mandato. La conferma della nomina è arrivata con il 94% dei voti, a conferma così dell’ottimo lavoro svolto dall’imprenditore, progettista di infrastrutture stradali.
Proprio recentemente, infatti, a lui dobbiamo il merito di avere confermato un appuntamento che rappresenta ormai una vera tradizione per tutti gli appassionati di motori italiani, il Gran Premio di Monza, che si è tenuto anche in questa stagione così particolare per la Formula Uno, alle prese con le numerose restrizioni legate al Covid-19. La tappa italiana si terrà infatti in calendario almeno fino al 2025. Un analogo lavoro è stato poi svolto anche per la conferma della Formula E a Roma e del Rally d’Italia in Sardegna, previsto fino al 2022.
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Sticchi Damani presidente ACI: i prossimi obiettivi del suo mandato
L’imprenditore non ha comunque intenzione di fermarsi qui e sta già lavorando per ottenere altri importanti riscontri. Uno degli obiettivi a cui punta con maggiore decisione riguarda l’inserimento di un altro pilota italiano in Formula Uno. In questo ambito finora lui ha mostrato una grande capacità nello scoprire giovani talenti: non a caso, il presidente sarebbe pronto a puntare su Gabriele Mini, ora 15enne ma considerato da molti addetti ai lavori uno con il futuro assicurato.
Ma non è finita qui. Sticchi Damiani ritiene altrettanto importante poter lanciare il canale satellitare ACI Sport Tv, che potrebbe essere disponibile agli abbonati Sky sulla piattaforma satellitare. Se non ci saranno intoppi, questo potrebbe essere pronto entro la fine del 2021.
Nonostante la sua grande passione per il motorsport, il dirigente si è dimostrato particolarmente attento anche alla tutela di chi circola quotidianamente sulle nostre strade. Grazie a lui sono state allestite diverse campagne volte a sensibilizzare sulla sicurezza stradale, oltre a studiare nuove forme di mobilità alternative, così cruciali in una fase come quella che stiamo vivendo.
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