Dopo il dodicesimo posto nel secondo MotoGP di Valencia, Valentino Rossi chiama la Yamaha a un maggiore impegno con una squadra test competitiva
Non è un mistero che Valentino Rossi abbia un pessimo rapporto con Jorge Lorenzo, e che la scelta dell’ex campione del mondo come test driver lo abbia visto molto contrariato. La polemica è rimasta latente per diverse settimane e poi si è scatenata anche all’interno del team.
Poco prima di restare a causa per il COVID, Valentino Rossi era stato molto chiaro addirittura in conferenza stampa a chi gli aveva chiesto quanto fossero serviti i test di Lorenzo: “Visto che ha girato con la moto dell’anno scorso e che ha rimandato le prove di alcune settimane non sono serviti a molto – aveva detto il Dottore – ma è inutile parlarne. Certe domande sull’utilità di questi test a andrebbero fatti alla scuderia e non a me”.
Parole sottoscritte anche da Vinales e Quartararo. Ieri Valentino Rossi è tornato alla carica in modo ancora più chiaro. D’altronde ormai è ufficiale che Lorenzo non farà più parte del team Yamaha la prossima stagione. “Occorre un team davvero serio, motivato, competente e collaborativo” ha detto Rossi, parlando della stagione del prossimo anno.
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Nonostante questo la Yamaha è comunque la squadra che ha conquistato il maggior numero di vittorie in questa stagione, sette sui tredici Gran Premi disputati finora. Paradossalmente chi ha vinto di più è stato Franco Morbidelli, proprio con la M1 2019… “Il problema di fondo – riporta Autosport – è che la Yamaha un team per i test non lo ha. Si testa in Giappone, su piste giapponesi, con collaudatori giapponesi. Tutti gli altri team testano in Europa con piloti europei. La situazione con il COVID non è migliorata perché molti test sono stati annullati e altri sono stati decisamente deludenti. Credo che Yamaha debba puntare su un team di test molto serio. Mi sarebbe piaciuto molto se il collaudatore fosse Dovizioso, perché è un pilota molto veloce, sensibile e di grande esperienza. E comunque n collaudatore solo non basta: ci vuole un team, supportato da un programma vero e proprio a lunga scadenza, per tutto l’anno”.
Rossi ha anche rincarato la dose azzardando un paragone con Suzuki: “Hanno vinto con pieno merito il mondiale – dice il Dottore – e non solo perché Mir è stato straordinario ma anche perché il lavoro che hanno iniziato con Sylvain Guintoli fin dal 2017 sta portando i suoi frutti”.
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