Permangono i dubbi su una possibile terza operazione al braccio a cui potrebbe sottoporsi Marc Marquez. Il Dottor Costa avanza una sua possibile soluzione.
Il futuro di Marc Marquez è tutto da scrivere. L’unica certezza in merito al destino del pilota spagnolo riguarda l’impossibilità di vederlo in pista in questa stagione, ma non è escluso che l’attuale campione del mondo possa essere costretto a sottoporsi a una terza operazione all’omero fratturato in occasione della gara di apertura a Jerez. Il diretto interessato per ora non si è sbilanciato, ma i più attenti avevano già notato come non tutto andasse per il meglio nel momento in cui aveva pubblicato il video in cui esultava per il podio ottenuto dal fratello Alex. Il movimento non sembrava infatti essere del tutto fluido.
Al momento c0è un sintomo riscontrato dal centauro della Honda, comparso inaspettatamente. Il suo braccio ha infatti sviluppato una psudoartrosi, ovvero una mancata consolidazione della frattura a distanza di mesi. Tutto questo è la dimostrazione di come il problema non si sia risolto come ci si aspettava. Solo ora però emerge un risvolto inaspettato: il dottor Costa, che ha seguito da vicino il recupero di diversi colleghi dell’otto volte iridato, si era reso disponibile ad aiutarlo, ma la Honda non lo ha poi consultato.
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Una decisione definiiva in merito a un eventuale terzo intervento per Marc non è stata ancora presa. Ma se si dovesse optare per questa soluzione, si rischierebbe di compromettere anche parte della prossima stagione. E’ proprio il dottor Costa a rivelarlo: “In genere quando si interviene su un omero fratturato sono necessari tre mesi circa per arrivare a guarigione completa – ha detto il medico a Gpone.it -. Gli intoppi, come per ogni intervento, non possono però mai essere esclusi. E questo a volte può portare anche a una pseudoartrosi. Finire sotto i ferri nuovamente sarebbe un problema non da poco. Marquez rischierebbe infatti di non essere pronto per i test che vengono programmati prima di ogni annata. E’ quindi importante valutare bene la situazione”.
Un eventuale nuovo intervento non è comunque l’unica soluzione da prendere in considerazione: “Quando si deve risolvere una pseudoartrosi si prendono due stecche d’osso, in genere dall’ala iliaca, creando una sorta di ‘sandwich’ – ha detto ancora Costa -‘. All’interno dell’area fratturata viene messa una sorta di ‘osso grattuggiato’. In alternativa, si può pensare a dei fissatori esterni, soluzione adottata ai tempi anche con Doohan. In casi come questo, però, per me l’ideale sarebbe inserire un chiodo, ipotesi che io avevo anche suggerito. Questo, con ogni probabilità, gli avrebbe permesso di ridurre i tempi di recupero, anche se io in questi casi lascio sempre la decisione finale al paziente”.
Di fronte a una situazione simile, però, sarebbe importante non tergiversare ancora: “Quando si rompe una delle viti inserite non resta che ‘demolire’ l’omero. Una pseudoartrosi, inevitabimente, allunga ancora di più i tempi. Fosse dipeso da me, l’avrei operato ieri. Se le viti non fossero rotte, si può pensare all’inserimento di un perno“ – ha concluso.
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