Non ce l’ha fatta Tunico Maciel, pilota brasiliano di ventisei anni, morto dopo un incidente al Rally de Sertoes
“Possa la Croce essere la mia luce”. Così scriveva Antonio Luis Macien, per tutti Tunico, sui suoi social prima di partire per il Rally de Sertoes. Un messaggio che suona come una preghiera, con tanto di invocazioni al demonio di allontanarsi dalla sua strada. Invece lo aspettava su quella strada.
Pilota ufficiale Honda dal 2015, Maciel aveva vinto questo rally due volte. Ma la caduta tra Bacabal e Barreinrinhas, nel Maranhão si è rivelata fatale. Il pilota Ricardo Martins si è accorto per primo delle condizioni di Maciel, immediatamente trasportato in elicottero all’ospedale UDI di San Luis.
E’ arrivato in condizioni gravissime, con un trauma cranico esteso. I medici hanno tentato tutto il possibile ma non hanno potuto evitare che il trauma comportasse la morte cerebrale. Il decesso del pilota è stato poi confermato dal direttore del centro UDI dell’ospedale Augusto César Passanezi, a UOL Sports.
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Quando Tunico Maciel scriveva: “Il motociclismo è la mia vita”
— Sertões (@SertoesOficial) November 9, 2020
Il profilo ufficiale del Rally de Sertoes ha pubblicato un breve video con alcune immagini del brasiliano nella manifestazione. “Il motociclismo è la mia vita” scriveva sui suoi social Maciel, seconda vittima di un incidente in Brasile in pochi giorni dopo Matheus Barbosa in una gara di Superbike nazionale a Interlagos.
Nato a Lavras nel 1994, aveva conquistato quattro titoli nazionali nei rally motociclistici ed era entrato cinque anni fa nel team Honda Racing de Rally che ha espresso in una nota il suo cordoglio per la morte di Maciel. Tunico, si legge, “era un bravo pilota, entusiasta e di talento. Era una persona di carisma e carattere, un esempio per tutti”.
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