Charles Leclerc si confessa in un’intervista: dai problemi con la sua prima auto alla morte del padre
La frizione della sua prima auto quasi bruciata, le prime gare in Italia e poi la morte del papà. Charles Leclerc si confessa in un’intervista a ‘Vanity Fair’, raccontando un po’ di sé e del suo passato. Una carriera iniziata con tante gare nel nostro paese, l’occasione per imparare l’italiano: “Per anni ho parlato più la vostra lingua che la mia“, confessa. Ed è lì che si forgia da pilota sotto gli occhi del papà e di Jules Bianchi, amico fraterno, scomparso proprio per un incidente in pista.
Lì dove lo incitava ad essere più aggressivo. La mente viaggia alla sua prima gara, gli Internazionali di kart a Lonato di Garda, e alle prove che fanno arrabbiare proprio papà Leclerc e Jules Bianchi: “Dicevano che non ero aggressivo – racconta –, allora in gara e buttai fuori pista un avversario. Avevo capito, ma avevo esagerato“. Un errore di gioventù che il monegasco non cancellerebbe: “Ho trovato risposta ad ogni errore e li ho dimenticati“.
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Charles Leclerc: “Quando avrò paura, chiuderò la carriera”
I ricordi di Leclerc si fermano anche alla sua prima auto, una Fiat 500 del 1969: “Ho quasi bruciato la frizione. Non ero abituato a fare la doppietta con il cambio“.
Tempo passato e segnato anche da momenti difficili, come la morte del padre: “Durante la sua malattia, quando sapevamo già che non c’era via d’uscita, mi sono sentito impotente. Avevo in testa il suo volto – racconta – e in prove mi piazzai ventesimo. Papà però non era felice se non vincevo: mi sono chiesto cosa avrebbe desiderato lui. Feci il vuoto in testa e arrivai in fondo per lui”.
Una carriera segnata anche dalla morte di Jules Bianchi, un incidente che non gli ha però fatto venire paura: “Mai avuta, neanche sotto la pioggia. Quando accadrà, chiuderò la carriera”.
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