Proprio in questi giorni gli AC-DC presentano il loro nuovo album “Power Up”, un rapporto che si consolida con bolidi e piloti
Ci sono musicisti e band che più di altri sono adatti a far rivivere il mondo delle corse e dei motori, tra queste sicuramente gli AC-DC. Secondo le statistiche i brani della band di Angus Young e Brian Johnson sono quelli che più di qualsiasi altro artista risuonando nei circuiti e nelle playlist dei piloti.
Molto dipende dal fatto che le canzoni scritte da Angus Young e compagni fanno spesso riferimento a macchine e motori, alle corse; e che la simbologia della band è piena di riferimenti al mondo delle quattro ruote. Tra copertine, poster, adesivi e logo del gruppo compaiono spesso motori in fiamme, camion o locomotive lanciate a folle velocità. Così come è ben nota la passione di Brian Johnson per le auto sportive: il cantante della band, spesso ospite anche alla Millemiglia è un appassionato collezionista.
Le canzoni degli AC-DC da sempre compaiono come colonna sonora degli eventi di motori, soprattutto in Formula 1, sia all’interno dei circuiti che come track di servizi speciali poi irradiati in televisione.
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In realtà il vero appassionato di motori del gruppo era Malcolm Young, fondatore della band insieme al fratello minore Angus, scomparso nel 2017 dopo una lunga battaglia contro l’Alzheimer. Malcolm Young, scozzese di Glasgow anche se dopo il grande successo si era trasferito in Australia, era un ottimo meccanico, aveva lavorato anche sotto la Royal Air Force. Amava le auto ma soprattutto le moto, era un buon collezionista e un discreto pilota.
Nel 2014 per Malcolm fu impossibile tornare sul palco da allora è sostituito da suo nipote, Stevie Young. Per un uomo che aveva domato dal palco milioni di spettatori e che aveva deciso di vivere all’ombra di Angus nell’interesse della band per comporre e dare vita alle sue canzoni, una fine molto triste. Una delle sue ultime immagini, scattata all’inizio del 2016, lo vede sorridente a bordo di un pick-up nero guidato da Angus e da Stevie per un giro sulla spiaggia. Ormai Malcolm non era più in sé. Ma il suo stile rivive in decine di chitarristi che ha fortemente influenzato e in molte delle canzoni più spinte degli AC-DC, soprattutto quelle in cui si parla di auto e di velocità.
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Ecco le cinque canzoni degli AC-DC più note e suonate negli eventi motoristici, colonna sonora di molti degli eventi di Formula 1.
Una canzone simbolo per quanto molto recente, nata in uno dei periodi più bui della band: è il 2014. Malcolm ha lasciato il gruppo e non è più in grado di lavorare né di esibirsi a causa della demenza provocata dall’Alzheimer: Brian Johnson ha gravi problemi d’udito, interrompe il tour mondiale e sembra essere deciso a lasciare la band. Il batterista Phil Rudd è agli arresti domiciliari per una brutta vicenda di droga. La canzone nasce da un vecchio riff di Malcolm rimasto in archivio. Viene rispolverato e rimesso in circolazione tra i componenti della band che scrivono un brano allegro, ottimista in cui si parla di piaceri della vita e di ottimismo il cui primo verso è eloquente… “sono in giro sulla mia macchina e vado al bar più vicino…”
É uno dei primi brani di grande successo della band, inciso quando gli AC-DC non avevano ancora maturato la consapevolezza della loro grandezza. Fu incisa nel 1975: la canzone è ricca di allusioni e doppi sensi. Ma da alcune note di biografie non ufficiali della band, pare che Malcolm Young ne avesse scritto la struttura dopo avere provato la moto di un amico, una Harley Davidson 750 Racing scrivendo solo la prima riga del testo… “guardami mentre corro incontro al tramonto…”. L’attacco della canzone, che fu poi completata da Scott, non è mai cambiato. “Sono T.N.T., sono dinamite, guardami mentre esplodo…”
La canzone è il singolo dell’album omonimo, il sesto della band. La scrissero Angus e Malcolm, con Bon Scott che adattò sul riff un testo che aveva già preparato per un’altra canzone nella quale si divertiva a toccare un tema caro al gruppo, quello del divertimento più estremo. L’autostrada per l’inverno era la Canning Highway, che da Perth portava a Freeport dove Bon Scott aveva un cottage e dove la band teneva le sue feste più scatenate. Sei mesi dopo avere inciso questa canzone Bon Scott fu rinvenuto privo di vita sul sedile posteriore della Renault 5 di un suo amico, vittima di un’overdose.
É uno dei riff più noti di sempre: scritto anche questo da Malcolm McLaren dopo una lunghissima gestazione durata quasi tre settimane. Una notte Malcolm chiede al fratello di registrarlo perché quel giro d’accordo non lo faceva dormire. Era il 1980 e la band stava facendo i conti con la morte di Bon Scott… Il brano è un omaggio al cantante scomparso e il nero cui fa riferimento il titolo non è il colore del lutto. Era era la tuta di pelle che Scott indossava quando andava in moto. La canzone ha un testo che richiama ai riti vodoo… riportare in vita le persone scomparse: “Sono tornato sul sedile posteriore di una Cadillac, nove vite, occhi da gatto, pronto sulla pista a correre all’impazzata…”. Brian Johnson spiegherà che con tutto il rispetto, se Scott era morto sul backseat di una Renault 5, una Cadillac era il minimo per riportarlo in vita.
Un caso più unico che raro. Una canzone nata da un gioco di parole che diventa un simbolo per milioni di persone, quasi senza volerlo. Il brano viene scritto a quattro mani da Angus e Malcolm: il primo incide il riff che a oggi è uno dei più imitati e suonati del mondo, il secondo inserisce gli accordi ritmici. Il titolo si riferisce a un gioco per bambini, il “Thunderstreak” che diventa “Thunderstruck” perché Malcom adorava i mezzi pesanti, i truck. Spesso aveva detto che se non avesse fatto il musicista avrebbe fatto il camionista e perché Thunderstruck significa letteralmente ‘risucchiato dal tuono’, poi adattato come ‘sotto shock’. Un bel gioco di parole. La canzone oggi è la più amata dei camionisti di tutto il mondo e non manca mai in qualsiasi playlist di un evento su un circuito per via della suo intro ipnotica e straordinariamente coinvolgente.
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