La Formula 1 dedica un video alla carriera di Fernando Alonso. Gli inizi in Minardi, i due titoli Mondiali con la Benetton, gli anni in Ferrari
Attirò subito l’attenzione, Fernando Alonso. Figlio di un meccanico e di una delle lavoratrici in un grande magazzino, vinse la prima corsa a otto anni. A 15, era campione del mondo nei kart. Iniziò da qui un viaggio emozionante che la Formula 1 ha raccontato in un video dedicato per metà ai suoi inizi e alla consacrazione con i due titoli mondiali consecutivi alla Benetton.
Nel 1999, nella Formula 3000, Alonso conquistò una vittoria particolarmente significativa a Spa-Francorschamps. “Qualsiasi pilota che, nella sua seconda stagione nel mondo delle corse, riesca a vincere su un circuito come Spa, ha chiaramente qualcosa di speciale” ha detto di lui Paul Stoddart all’epoca del suo esordio in Formula 1 con la Minardi.
Il team italiano lo ingaggia come terzo pilota nel 2000 e lo promuove l’anno successivo. L’asturiano ancora una volta stupisce tutti, soprattutto per la capacità di andare oltre i limiti della vettura in qualifica.
Nel 2002 passa come test driver alla Benetton di Flavio Briatore. “Fernando avrà l’opportunità di sviluppare pienamente il suo talento e nelle stagioni a venire sono sicuro che sarà un elemento prezioso perché il team possa lottare per il titolo mondiale” diceva allora. Parole che a posteriori suonano facilmente profetiche.
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Alonso e Briatore, i due titoli mondiali in Benetton
Il video attraversa la stagione dei primati dello spagnolo. Nel 2003 diventa il più giovane poleman dal 1950, anno di inizio della Formula 1 moderna, in Malesia. Avrebbe poi firmato anche l’allora record di precocità per il vincitore di un gran premio, a Budapest.
Il 25 settembre del 2005, la prima parte del suo percorso raggiunge il punto di non ritorno. Non è più un aspirante grande pilota. E’ il campione del mondo allora più giovane della storia con i suoi 24 anni, 1 mese e 28 giorni (record poi infranto da Hamilton).
Il video ricorda la sua dichiarazione di allora, che già contiene un tratto caratteriale poi emerso anche nei suoi anni in McLaren e in Ferrari: una rancorosità di fondo, un certo modo di vedersi solo contro tutti.
“Vengo da un Paese che non ha tradizioni in F1. Ho lottato da solo per ottenere tutto quanto ho avuto. Nessuno mi ha aiutato. Tutta la carriera si è basata sui risultati che ho fatto nelle categorie minori, con gli sponsor che mi sono procurato da solo. Ora ho raggiunto il massimo che potevo raggiungere” diceva allora.
Allo stesso tempo, Alonso è il campione che dopo la gara che vale il titolo piloti e costruttori nel 2005 canta via radio We are the Champions. Le due anime continueranno ad accompagnare e scandire tutto il suo viaggio in Formula 1, prima e dopo il grande rimpianto del Mondiale perso in Ferrari nel 2012. Il resto è storia.
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