Hamilton o Schumacher, Charles Leclerc si sbilancia sulla “rivalità” postuma

Nel confronto fra Hamilton e Schumacher, Charles Leclerc sceglie il tedesco che ha scritto indelebili pagine di storia della Ferrari. Le parole del monegasco

Charles Leclerc non si è sottratto al gioco, al divertissement, della Formula 1 moderna. La tentazione è forte, e ogni parere arricchisce la curiosità senza rispondere a una domanda che risposta non ha. O meglio, ne ha una per ogni testa, e son tutte giuste e tutte sbagliate: Hamilton è meglio di Schumacher?

Ha vinto più gare, è avviato a vincere come lui il settimo titolo mondiale. Ma oltre al peso dei numeri c’è il valore della percezione. Su questo si concentra il monegasco, in cui Ross Brawn rivede qualcosa del miglior Michael Schumacher con cui ha vissuto una stagione indimenticabile alla Ferrari.

Leggi anche – Schumacher o Hamilton, per Berger il migliore è un altro

Leclerc: “Schumacher aveva qualcosa di speciale, Hamilton è diverso”

“Non mi piace fare paragoni fra epoche diverse” ha detto Leclerc alla tedesca Bild. “Hamilton e Schumacher non hanno gareggiato contro gli stessi avversari, avevano macchine molto diverse. Sono due sportivi fantastici che hanno avuto successi incredibili in Formula 1. Meritano enorme rispetto” dice il pilota scelto dalla Ferrari per rappresentare il presente e il futuro del Cavallino.

Tuttavia, i due campioni non stanno sullo stesso piano, secondo Leclerc. Il monegasco, tra i due, sceglie Schumi che ha vinto in Ferrari 72 dei suoi 91 gran premi in Formula 1. “Quando vedo in pista Hamilton, non ho di lui la stessa immagine che avevo quando guardavo Schumacher. Anche se Hamilton sarà una leggenda della F1 quando finirà la carriera” ha spiegato Leclerc.

Gli occhi della memoria influenzano la sua predilezione per il tedesco. “Guardavo Schumacher da piccolo, in televisione” ha detto Leclerc, “e per questo lo vedo diversamente da Lewis che rispetto tanto ma è anche uno dei miei avversari”.

Leggi anche – Hamilton o Schumacher, chi il più grande di sempre: il parere di Damon Hill