Il 4 novembre 1990, al GP Australia sul circuito di Adelaide, Nigel Mansell guida per l’ultima volta una Ferrari. Si chiude un biennio difficile a Maranello per il Leone
Un ultimo gran premio da Leone, prima dell’addio alla Ferrari. Nigel Mansell lascia il Cavallino dopo il Gran Premio d’Australia, ultima prova del Mondiale 1990. Ha annunciato l’addio alla Formula 1 a Silverstone, si rivelerà solo il rabbioso bluff di un momento. Firmerà per la Williams.
Non gli ha fatto bene la rivalità interna con Alain Prost, scappato dalla McLaren e da Ayrton Senna. Il professore vince cinque GP in stagione, compreso il centesimo successo per la Ferrari in Formula 1 in Francia. Mansell trionfa solo in Portogallo.
La Scuderia ha cambiato la guida della Gestione Sportiva. Al posto di John Barnard il team ha scelto l’ex McLaren Steve Nichols, con l’argentino Henrique Scalabroni a occuparsi dello sviluppo telaio e Paolo Massai per i motori.
La F1-90, evoluzione dell’innovativa monoposto della precedente stagione, la prima con il cambio semi-automatico, si rivela competitiva. Prost resta in lotta per il Mondiale fino a Suzuka. Poi Senna lo manda fuori di pista alla prima curva, firma la sua rivincita e si gode il primo titolo in carriera.
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GP Australia 1990, l’addio di Mansell alla Ferrari
Sul circuito cittadino di Adelaide, non ha più niente da chiedere e solo troppa rabbia da smaltire. Senna, invece, affronta il weekend come ogni altro. Conquista la pole position numero 52 in carriera e fa gara a sé, un uomo solo al comando. Gli altri lottano per il secondo posto, e Mansell guida la fila.
Il tracciato è impegnativo soprattutto per i freni, le staccate dure e ravvicinate portano al surriscaldamento dei dischi, l’errore è dietro l’angolo. Mansell esce di pista nel tentativo di attaccare Senna, ma riesce comunque a difendere la seconda posizione dall’attacco del brasiliano Nelson Piquet.
Il testacoda rovina le gomme, ma dai box gli chiedono di rimandare la sosta perché non hanno fatto in tempo a scaldare le nuove. Una volta effettuata la sosta, Mansell rientra quinto dietro Senna, Piquet, Berger e Prost, che abbassa i suoi tempi sul giro e sorpassa l’austriaco, suo erede in McLaren.
La gara scivola senza colpi di scena fino al giro 62, quando Senna sbaglia a scalare le marce prima di una curva lenta. Dovrebbe scendere in seconda, si ritrova in folle e il tempo per rimediare non c’è: McLaren contro le barriere, Piquet ringrazia e passa in testa.
Dietro, Mansell vola, con tempi fra l’1.19 e 1.18 basso. Il Leone supera Prost al giro 73 e nelle otto tornate successive si avvicina a Piquet. Otto giri da qualifica, un effimero regalo d’addio alla Ferrari che non cambia l’ordine d’arrivo. Piquet vince davanti al Leone, tra i due un divario di 3,1 secondi.
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