Scomparso ieri a 90 anni, l’attore britannico Sean Connery era legato a immagini di auto inglesi: ma i suoi gusti erano completamente diversi…
Sean Connery viene considerato come molti attori una sorta di patrimonio globale dell’umanità. Molti non sanno nemmeno se sia inglese o americano. Un po’ come succede di attori che sono ‘star di Hollywood’ ma magari sono nate in Canada, o Australia. O come nel caso di Connery in Scozia.
E Sean Connery, l’agente 007 forse più riuscito e vicino a quello che fu il personaggio scritto da Ian Fleming, non era solo fortemente scozzese. Ma estremamente lontano da quelli che erano gli standard inglesi. Per quanto fedele al Regno Unito, baronetto di Sua Maestà Elisabetta II fin dal 2000, ufficiale decorato della Royal Navy, Connery è sempre stato una spina nel fianco dell’Inghilterra.
Quando fu eletto baronetto accettò l’onorificenza “solo per dare lustro alla storia e alla tradizione della madre Scozia”. E immediatamente dopo iniziò una lunghissima attività di proselitismo per fare in modo che la Scozia uscisse dal Regno Unito.
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Famoso fu lo spot con il quale chiese al governo inglese la restituzione della Stone of Destiny che gli scozzesi avevano ribattezzato “stone of Scone”: la pietra dello scandalo. Una sorta di altare sulla quale si celebrava l’incoronazione del monarca britannico e che dal XIII secolo è nell’Abbazia di Westminster. Arrivava da Scone, un villaggio a nord di Perth, in Scozia, e fu “prelevata” dal feroce Edoardo il Plantageneto per soggiogare definitivamente gli scozzesi al regno inglese. Più che un corso accelerato di storia forse occorre suggerire la visione di “Braveheart”, splendido film di Mel Gibson che illustra la storia di William Wallace e delle guerre di indipendenza scozzesi.
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Anche Sean Connery, come Wallace, era convinto che la storia fosse scritta da chi vinceva le guerre e si era unito alla voce di chi fin dal 1950 chiedeva la restituzione della Stone of Scone agli scozzesi. Inutilmente.
Quando non molto tempo fa ci fu il referendum per l’indipendenza della Scozia, vinto dai ‘NO’, Connery si batté strenuamente per convincere i compatrioti che era il momento di andarsene. Lui per la verità se ne era andato da un pezzo, vivendo tra New York e Bahamas e tornare solo di tanto in tanto nella sua amatissima Caledonia, in una meravigliosa villa non lontano da Edimburgo.
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Sean Connery è stato, suo malgrado, uno dei più grandi testimonial della Aston Martin. Perché il suo personaggio guidava esclusivamente auto inglesi e quella, in particolare la DB5 di “Goldfinger”, era il massimo. La Aston Martin fece di tutto per convincerlo a diventare testimonial ufficiale della casa e dei suoi modelli di punta regalandogli diversi modelli di grande valore: purché lui li usasse pubblicamente. Connery aveva un orgoglio smisurato e si prestò al gioco solo quando c’erano dei film in uscita e la promozione aveva bisogno anche del suo aiuto.
Per un certo periodo chiese alla produzione della United Artists di usare anche altre auto nei suoi 007. Con lui vennero inserite nella trama narrativa anche Citroen, BMW e Alfa Romeo, spesso usate dai cattivi di turno.
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Sean Connery era un grande appassionato d’auto e anche se tutti pensavano che il suo garage fosse pieno di Aston Martin, in realtà l’attore scozzese preferiva le auto tedesche: BMW, Porsche e Mercedes in modo particolare. In Scozia guidava spesso una grandissima BMW 635 bianca che fu la sua auto personale per sei anni. E ancora una vecchia Mercedes Pagoda d’epoca, diverse Porsche Carrera e più recentemente – quando ormai non guidava più – le BMW X7.
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Con un patrimonio personale di oltre 300 milioni di dollari, Sean Connery era soprattutto un grandissimo appassionato di barche; ne possedeva tre. Una barca a vela da 40 metri a Nassau, vicino alla sua splendida White House, la residenza nella quale viveva per la maggior parte dell’anno, e un grande motoscafo da 12 metri a Marbella dove trascorreva abitualmente le sue vacanze estive.
Connery si prestò anche a diverse campagne pubblicitarie di un certo successo per marchi automobilistici. Quello più conosciuto riguarda la Citroen C6 che vedeva Connery ringiovanire a ogni chilometro fino a quando la depositava l’auto davanti a un lussuoso hotel prendendo le sembianze del suo primo film nei panni di James Bond. Auto e spot del 2006; ultima immagine ricostruita con il morphing del 1962, rubata al suo primo film di 007, “Dr. No”.
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