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Joan Mir, carriera tra tante difficoltà: il manager svela un retroscena

La scalata di Joan Mir dalle categorie inferiori alla MotoGP non è stata facile. Il manager Paco Sanchez racconta dei retroscena interessanti.

Joan Mir (Getty Images)

Certamente vedere Joan Mir in testa alla classifica del campionato MotoGP 2020 è una sorpresa. Anche se non ha vinto nessuna gara, per ora, è stato il pilota più costante della griglia.

C’è stata una evidente crescita da parte della Suzuki, forse la moto migliore attualmente, e anche da parte rider maiorchino. Dopo una prima stagione di apprendistato nella top class del Motomondiale, ha fatto un salto qualità quest’anno. Adesso gli manca solamente la vittoria di un gran premio.

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MotoGP, i retroscena su Joan Mir

Joan Mir (Getty Images)

La carriera di Mir attraversa un periodo felice, ma non è stato sempre facile. Il suo manager Paco Sanchez ai microfoni di Speedweek ha raccontato che c’è stato un momento difficile nel 2014 dopo il secondo posto nella Rookies Cup: «Ero andato da tutti i team del Moto3 e Moto2 del Motomondiale per fargli avere un ingaggio per il 2015. Nessuno lo voleva, neppure nel Mondiale Supersport. La sua famiglia non aveva i soldi per farlo correre, sono riuscito io a trovarli per metterlo in uno dei team più poveri del campionato CEV Moto3».

A volte il talento non basta, è necessario anche avere denaro per guadagnarsi delle opportunità nel motociclismo. Però Joan con tanto lavoro e sacrifici ce l’ha fatta ad arrivare in MotoGP. Ha meritato ciò che ha ottenuto finora.

Sanchez prosegue così il suo racconto su quello che avvenne anni addietro: «Nel 2015 ha dovuto correre con una moto del 2012, contro squadre come Alzamora-Monlau e Ajo Motorsport che disponevano di materiale praticamente da Motomondiale. Nonostante ciò, ha vinto le prime due gare e io ero convinto della sua velocità. Per il 2016 abbiamo ottenuto un contratto con Leopard-KTM in Moto3 e nel 2017 ha vinto il titolo».

Mir conquistò il Mondiale Moto3 con dieci vittorie in diciotto gare, numeri impressionanti. L’anno dopo ha fatto il salto in Moto2, dove non ha vissuto un’annata facile ma è comunque bastata affinché Suzuki decidesse di promuoverlo in MotoGP per il 2019. La casa di Hamamatsu ha fatto una scommessa che oggi sembra aver vinto. E la conquista del titolo la renderebbe ancora più vincente.

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Matteo Bellan

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