Morto a novant’anni l’attore Sean Connery. Fu il primo James Bond al cinema. In “Missione Goldfinger” rese celebre l’Aston Martin DB5
E’ morto a novant’anni Sean Connery, l’attore ricordato come primo volto cinematografico dell’agente 007. Non si sentiva ingabbiato nel personaggio di James Bond, come raccontava a Oriana Fallaci nel 1965. Nonostante i tanti attori che l’hanno interpretato nei 25 film della saga, il suo resta il più iconico, il più rappresentativo. Insieme alla Aston Martin DB5, che però diventa l’auto di James Bond solo dal terzo film, “Missione Goldfinger”.
Iniziò tutto con una Sunbeam Alpine Roadster, prestata alla produzione da un appassionato locale, per “Licenza di Uccidere“. Connery, agente rubacuori, si concede una Bentley 3,7 litri V8 in “Dalla Russia con Amore”. E’ il primo modello del marchio dopo l’acquisizione da parte di Rolls-Royce, e la prima “Bond-Mobile” con i gadget di “Q”.
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L’Aston Martin DB5 arriva nel 1964. Oltre al motore 4,0 litri da 280 cavalli, verranno aggiunte una serie di modifiche dalle mitragliatrici al sedile eiettabile.
Non è stato fortunato George Lazenby, che ha interpretato James Bond una sola volta, in “Agente segreto al servizio di Sua Maestà“. Però in quest’unica partecipazione, si siede al volante di una magnifica Aston Martin DBS (David Brown Sports) verde oliva. E’ una GT 2+2 squadrata e raffinata, indimenticabile.
Nel 2019, a cinquant’anni dal film, la casa ne ha prodotta una versione moderna, limitata in cinquanta esemplari, la DBS Superleggera OHMSS. E’ un omaggio al titolo originale della pellicola, On Her Majesty’s Secret Service.
Sean Connery torna James Bond nel 1971 e guida una Ford Mustang Mach 1 rossa con lussuosi interni in vinile.
Bond torna sul grande schermo con un nuovo volto, quello di Roger Moore che nel film “L’uomo dalla pistola d’oro” di auto ne guida due, le AMC Hornet e Matador.
La Lotus Esprit S1 personalizzata dai servizi segreti britannici lo accompagna tra la Sardegna e l’Egitto ne “La spia che mi amava” (1977). Considerata allora una delle auto inglesi più elettrizzanti, con il telaio in vetroresina, cambio manuale e motore centrale da 157 cavalli, poteva raggiungere i 210 km/h.
Due diverse versioni della Esprit Turbo si alternano nel successivo “Solo per i tuoi occhi” del 1981. Resta nella memoria soprattutto quella rossa con i cerchi dorati e gli sci sul tetto. Anche nella scena cult, in uno degli inseguimenti più spettacolari del cinema, se la cava anche con una Citroën 2CV Club gialla.
Roger Moore torna in “Octopussy”, e in Germania scappa dai poliziotti tedeschi che guidano BMW Serie 3 al volante di un’italianissima Alfa Romeo GTV con motore 6 cilindri a V da 160 cavalli.
In “Zona Pericolo” il protagonista è un Timothy Dalton sotto-stimato dalla critica e dal pubblico, con un’alleata d’eccezione: l’incantevole Aston Martin V8 Vantage Volante del 1986. Linee energiche, motore capace di erogare 400 cavalli di potenza, sarà poi richiesta anche dal Principe di Galles ma senza il particolare bodykit che comprendeva le minigonne laterali da competizione e i passaruota più larghi.
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Pierce Brosnan inaugura l’era moderna in “Golden Eye” in cui si rivede la Aston Martin DB5 e debutta la BMW Z3, di fatto lanciata dal film e messa in produzione subito dopo. Nella pellicola compare anche una Ferrari F35, nata come evoluzione della 348 dalla “matita” di Pininfarina.
Brosnan si diletta in Asia con la BMW E38, in grado di viaggiare da 0 a 100 km/h in 6,6 secondi, che telecomanda via telefono per attivare missili o chiodi.
Come per la Z3, anche per la Z8 BMW sceglie un film di James Bond come veicolo di promozione. Pulita, retrò, è un classico senza tempo con i fanali al neon e il motore da 400 cavalli. Brosnan la guida in uno dei film più convincenti della saga moderna di Bond, “Il domani non muore mai” con Maria Grazia Cucinotta e Sophie Marceau.
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Gli anni Duemila si aprono con “La morte può attendere”. Il film non è un capolavoro, l’auto di Brosnan versione Bond sì. E’ l’Aston Martin Vanquish, per anni ammiraglia della casa, con una linea sportiva che suscita ancora meravigliata ammirazione. E’ invecchiata molto meglio della pellicola.
Daniel Craig debutta nel 2006 in Casino Royale al volante di un’Aston Martin DBS, la versione più estrema della DB9, aggressiva ma esteticamente gradevole. Una sportiva che vola oltre i 300 chilometri orari di velocità massima. Le auto restano immutate anche nel dimenticabile sequel “Quantum of Solace”.
Nell’innovativo “Skyfall”, apprezzato anche per la colonna sonora, Bond guida una Aston Martin DB5 targata BMT 216A. Il penultimo capitolo, “Spectre” si caratterizza per l’inseguimento tra una Jaguar C-X75 e una Aston Martin DB10, progettata apposta per il film sulla base della Vantage.
Il prossimo capitolo è prevista per il 2021. James Bond guiderà una Aston Martin elettrica, ma non sarà la Rapid E di cui si parlava alla fine del 2019 che resterà solo un progetto di ricerca.
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