Dichiarazioni molto forti da parte del pilota gallese di Chaz Davies nei confonti della Ducati e della sua scuderia ufficiale di Superbike accusata di avere chiuso il rapporto con il rider “senza alcuna comunicazione”
Chaz Davies ha lasciato passare pochi giorni dalla fine del mondiale Superbike, vinto per la sesta volta consecutiva da Jonathan Rea, prima di far valere le proprie ragioni nei confronti della Ducati.
Le sue parole sono gonfie di risentimento soprattutto sul modo nel quale il rapporto si è definitivamente interrotto: “Era chiaro da tempo, per lo meno a me, che la Ducati non avrebbe rinnovato il suo contratto. C’erano troppi segnali di disinteresse nei miei confronti. Ma tutto sommato mi sarei aspettato per lo meno una comunicazione più chiara e onesta. Mi sarebbe bastato un po’ di rispetto”.
Davies, sette anni alla Ducati con 27 vittorie, ha scoperto che non sarebbe più stato il pilota ufficiale della scuderia di Superbike all’Estoril nonostante il terzo posto in classifica generale dietro Rea e Redding: “Non mi sono state date ragioni valide perché questo rapporto finisse. Solo una volta ho registrato una posizione critica nei miei confronti da parte di Gigi Dall’Igna che mi aveva rimproverato una scarsa competitività nella Superpole Race che, lo ammetto, è stato un punto di debolezza della stagione. Ma nient’altro”.
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Davies l’ha presa sul piano personale: “Impossibile non essere feriti e offesi da quello che è accaduto, è impossibile non prendere una decisione di questo tipo, del tutto unilaterale e mal comunicata, su un piano che non sia personale. Perché fa male ed è stata irrispettosa. Ho chiesto più volte un confronto con i vertici della scuderia, molto prima che comunicassero la decisione di sostituirmi con Rinaldi. Ma non mi ha mai risposto nessuno. E anche dopo l’ufficializzazione della fine della nostra collaborazioni ho telefonato, ho chiesto un appuntamento e un chiarimento. Nessuna risposta…”
A questo punto diventa difficile pensare che Chaz Davies possa essere dirottato su una delle scuderie indipendenti della Ducati, come GoEleven o Barni, perché lo scontro con la casa madre di Bologna è totale: “Al momento sto ancora leccandomi le ferite e cercando di riorganizzare le idee, ci sono alcune prospettive ma dovrò riflettere. Partire con una scuderia indipendente, per quanto forte e strutturata, significa non avere mai il pieno supporto della casa. È triste dirlo, ma bisogna essere onesti: oggi, se non sei nel team ufficiale di una scuderia di Superbike, automaticamente non avrai il pieno supporto e sei destinato a uscire battuto in partenza”.
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