Mir e la lotta per il titolo MotoGP: c’è un altro “avversario” da battere

Mir e la lotta per il titolo MotoGP: c’è un altro “avversario” da battere per lo spagnolo. Oltre a Quartararo e Vinales, c’è da tenere d’occhio la variabile impazzita legata al Covid

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Mir e la lotta per il titolo MotoGP: c’è un altro “avversario” da battere (Foto: Getty)

Una delle tante peculiarità che ha questo Mondiale 2020 della MotoGP è che c’è un’incognita in più da tenere presente, ovvero il coronavirus. Non un particolare da poco, visto che una positività al Covid può farti saltare anche due o tre gare consecutive. In una sfida combattuta punto a punto questo può essere un aspetto determinante e Mir lo sa bene. Ad oggi sono risultati positivi quattro piloti: Jorge Martín, asintomatico, ha saltato entrambi gli appuntamenti di Misano. Valentino Rossi, con qualche sintomo, non ha preso parte alla doppietta di Aragon. Tony Arbolino è stato isolato per aver viaggiato con un passeggero che è risultato positivo al test e non ha corso nel primo round al MotorLand e Riccardo Rossi non ha superato un test e non ha gareggiato nella seconda prova in Aragona. “È come un infortunio“, ha commentato Carmelo Ezpeleta, l’amministratore delegato di Dorna, la società che gestisce il Motomondiale.

Pertanto, c’è psicosi tra i partecipanti, specialmente tra coloro che combattono per le diverse corone, nel sottoporsi ai tamponi prima di una gara. “È difficile per me dormire alla vigilia di un test“, ha ammesso Quartararo. Alcuni ‘costringono’ i propri partner a fare la PCR quasi tutti i giorni, escono di casa quel tanto che basta, si muovono con auto privata e non in aereo.

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Mir e la lotta per il titolo MotoGP: l’avversario più pericoloso da battere è il coronavirus

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Mir e la lotta per il titolo MotoGP: c’è un altro “avversario” da battere (Foto: Getty)

La MotoGP sta adottando dei protocolli rigidissimi in questo momenti per impedire al Covid di violare la “Bolla sanitaria” che è stata creata. Sono richiesti comportamenti molto responsabili ai piloti anche durante la loro vita privata, per evitare qualsiasi rischio.

Joan Mir è, senza dubbio, quello che ha più da perdere data la sua posizione privilegiata. Il centauro spagnolo quando non è impegnato in sella alla sua Suzuki si ritira “in clausura” ad Andorra, dedicandosi solo agli allenamenti. Il maiorchino confessa di avere paura del coronavirus e di essere un rivale in più.Questo è quello che mi preoccupa. È complicato, con tutta la situazione che si sta vivendo, non so cosa farò. Cerco di stare attento ad ogni particolare con la mia compagna. Purtroppo al di là delle precauzioni non sappiamo cosa può succedere e c’è sempre un grosso rischio di contagiarsi“.

Poi, come si legge dalle colonne di Marca, aggiunge: “Tutti i piloti, soprattutto quelli che si stanno giocando il titolo, dovrebbero evitare ristoranti, uscite in un centro commerciale, o serate fuori. Bisogna esser super professionali e attenti per battere questo avversario“.

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