Nel 1985, il GP Portogallo si correva all’Estoril. Qui Ayrton Senna celebrò la sua prima vittoria in Formula 1. Il racconto di una domenica speciale sotto il diluvio
“Senna vince come un grande campione”. Il Jornal do Brasil commenta così la sua prima vittoria in Formula 1, sul circuito portoghese dell’Estoril. E’ un annuncio: in quel titolo c’è una profezia destinata, evidentemente, ad avverarsi.
E’ la seconda tappa di un Mondiale iniziato con una significativa novità. Tra i fornitori di gomme non c’è più Michelin. Le scuderie che utilizzavano gli pneumatici francesi si sono divise. McLaren e Renault hanno scelto Goodyear, Brabham e Ligier hanno preferito Pirelli.
Quella vittoria da grande campione matura il 21 aprile del 1985 davanti a diecimila persone. Si corre il GP del Portogallo, il diciassettesimo da pilota di Formula 1 per il brasiliano. Il pubblico non riempie le tribune per due motivi. I biglietti costano cari e poi quella domenica diluvia.
Senna, che si è fatto notare con la rimonta a Montecarlo un anno prima interrotta per la forte pioggia che ha convinto gli organizzatori a fermare la gara, ha un aiutante d’eccezione. Si chiama Bernardo Sá Nogueira, come rivelava Motorsport Magazine. E’ un pilota che gareggia con buoni risultati nei kart. Suo padre è uno degli importatori della Lotus in Portogallo. Senna, passato dalla piccola Toleman proprio alla Lotus, gli lascia pulire i suoi caschi.
Bernardo era all’Estoril anche sei anni prima. Nel 1979, su quello stesso tracciato, Senna aveva concluso la gara al secondo posto ma gli bastava per diventare campione del mondo di kart.
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Gp Portogallo, la prima vittoria di Ayrton Senna
Nonostante le condizioni estreme si parte, e non dietro la safety car come succederebbe oggi. La pioggia va peggiorando col passare dei giri. Keke Rosberg esce di pista nella lunga curva a destra prima del rettilineo dei box, rimbalza sul guard-rail e torna verso la pista. Bilancio: un pollice fratturato e tanta paura. Senna che è un maestro nel governare la macchina sul bagnato a un certo punto fa segno con le mani ai commissari di fermare la gara. Niente, non c’è bandiera rossa.
Il brasiliano dopo trenta giri ha oltre mezzo minuto di vantaggio sui primi inseguitori, Prost, De Angelis e Alboreto. Ma il Professore, a quasi 300 kmh, va in testacoda. E quando entri in aqua-planning a quella velocità, non c’è niente da fare.
E’ una gara a eliminazione, solo in nove i piloti che raggiungono il traguardo. Dura due giri meno del previsto. Dopo 67 dei 69 in programma, infatti, si raggiungono le due ore di gara fissati da regolamento come durata massima di un gran premio (interruzioni, ovviamente, escluse).
Senna vince davanti a Michele Alboreto e a Patrick Tambay che ammette: “Pensavo di essere tredicesimo, e invece mi hanno detto che ero terzo”.
Senna ha completato una gara da leggenda, in condizioni che cambiavano di continuo. “Non riuscivo a vedere niente dietro” spiegava dopo la gara. Ha rischiato anche lui di andare in testacoda come Prost davanti al rettilineo dei box. In un’altra occasione confessa di aver messo tutte le quattro ruote nell’erba.
“Non è stata certo una gara perfetta la mia” si difende. Ma quell’uno davanti alla posizione in classifica racconta un’altra verità. I diecimila coraggiosi che hanno sfidato il diluvio per un appuntamento con la storia non potrebbero essere più felici.
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