La società Joyson Safety Systems Japan (JSSJ) sarebbe finita nel mirino delle autorità per aver presumibilmente alterato i test relativi alle sue cinture di sicurezza.
La Joyson Safety Systems Japan(JSSJ), ex Takata prima di essere rilevata dalla cinese Ningbo Joyson Elecronic Corp, sarebbe finita nel mirino del Ministero dei Trasporti nipponico. La nota azienda avrebbe, infatti, commercializzato oltre 9 milioni di cinture di sicurezza alterando i dati sulla loro affidabilità. In sostanza avrebbe falsificato i risultati ottenuti nel corso dei test per vararne la conformità agli standard di legge.
A riportare la notizia la redazione di Nikkei Asia, la quale ha condotto un’indagine sul punto.
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Sarebbero 9 milioni le cinture di sicurezza commercializzate dalla JSSJ che non soddisferebbero gli standard di qualità e sicurezza imposti dalla legge. Numeri divulgati dal Ministero dei Trasporti giapponese che si sarebbe avvalso di un rapporto della stessa azienda. I dispositivi sarebbero stati prodotti all’interno di uno stabilimento, come anche i test i cui risultati, purtroppo, sarebbero stati alterati.
A rendere ulteriormente spinosa la questione, si aggiunge il fatto che la JSSJ è una dei principali distributori di cinture delle case automobilistiche del Sol Levante. Una circostanza che ha condotto il Governo nipponico ad avvertire queste ultime circa un imminente richiamo dei loro veicoli. Quelli interessati sarebbero oltre due milioni. Già perché l’azienda giapponese deterrebbe il 40% della distribuzione dei dispositivi di contenimento e sarebbe il rifornitore di rinomate aziende come la Toyota. Non solo, i suoi affari si spingerebbero anche al di fuori dei confini nazionali.
L’ipotesi di un richiamo di una tal ingente mole di veicoli, pende come una spada di Damocle sulla testa dell’automotive giapponese. Quest’ultimo nello scorso anno ha già subito, per differenti motivazioni, il ritiro dalle strade di 10,53 milioni di unità. Nikkei Asia, peraltro, tiene a specificare che il dato dei 9 milioni di cinture era relativo a giovedì, il che potrebbe rendere possibile anche un aumento dei numeri.
Le pessime notizie si sommano. La JSSJ, sempre secondo la testata giapponese, avrebbe “ritoccato” anche i dati sulle cinture realizzate per il fissaggio dei seggiolini per bambini. Si stima che gli esemplari difettosi, o meglio non perfettamente sicuri, riguarderebbero decine di migliaia di questi dispositivi. Anche per essi, il Ministero avrebbe già annunciato richiami.
La notizia, come specificato, è stata riporta dalla redazione di Nikkei Asia, la quale ha condotto un’inchiesta sull’argomento. Stando alle informazioni raccolte, i test si sarebbero tenuti ad Hikone e nel mese d’aprile grazie ad una segnalazione anonima si sarebbe sollevato il velo sul “misfatto”, tanto da condurre l’azienda ad avviare un’indagine interna.
La JSSJ ha immediatamente replicato, affidandosi alle parole di un portavoce il quale avrebbe affermato di non essere assolutamente a conoscenza di cinture che si sono rotte o che hanno presentato qualsivoglia genere di problematica.
Purtroppo l’azienda giapponese, quando ancora era denominata Takata, finì nel mirino delle autorità. In quel frangente il problema riguardò i suoi airbag. Venne disposto il richiamo di ben 100 milioni di unità, circostanza che la condusse al fallimento e poi all’acquisizione da parte della Key Safety con quartier generale negli USA, ma di proprietà della cinese Ningbo Joyson Electronic.
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