Anche Lewis Hamilton ha qualche debito di coscienza. E qualcosa da farsi perdonare… una decisione presa nel suo passato che pesa ancora
Il fuoriclasse, campione del mondo in carica e leader assoluto del mondiale di Formula 1, ammette di avere qualcosa del suo passato da farsi perdonare
La coscienza di Lewis Hamilton
“Chissà se mi ha perdonato…” Lewis Hamilton ha un pensiero fisso che lo riporta a otto anni fa, a quando decise di accettare le lusinghe della Mercedes abbandonando la McLaren che lo aveva appoggiato, finanziato e portato al successo fino al suo primo titolo mondiale.
La persona che avrebbe dovuto perdonare Hamilton è Martin Whitmarsh, ex boss della scuderia McLaren di Formula 1, l’uomo incaricato da Zak Brown di mettere sotto contratto il promettentissimo pilota inglese quando ancora era solo un fenomeno dei go kart. Whitmarsh è il manager che fece firmare il primo contratto a Hamilton, quello che gli pagò i primi premi, quello che consentì al pilota di acquistare una casa a suo padre e una a sua madre. Uno degli uomini con i quali sicuramente il fuoriclasse della Mercedes ha il debito di riconoscenza più grande.
LEGGI ANCHE > Lewis Hamilton, l’emozione oltre le vittorie: “Ringrazio la famiglia Schumacher”
Whitmarsch e Brown non dimenticano
Nel 2018 prima Brown e poi lo stesso Martin Whitmarsh avevano in qualche modo cercato di riportare Hamilton in McLaren: “Qui hai una storia e avrai sempre la porta aperta” disse il chief officer a quello che era stato uno dei suoi migliori piloti di sempre, protagonista di un gran rifiuto quando scelse la Mercedes.
Anche Hamilton è ancora umanamente molto legato alla McLaren tanto che nelle ultime ore ha speso parole molto belle per la sua ex scuderia e i suoi manager.
“A distanza di anni ammetto che aver chiuso quel rapporto è un peso che mi porto tutt’ora – dice Hamilton – la telefonata con la quale dissi a Whitmarsh che lasciavo la scuderia è stata una delle più dure della mia vita”.
Dopo la separazione dalla McLaren sono arrivate 70 vittorie con la Mercedes, l’ultima delle quali lo ha portato sullo stesso piano di Michael Schumacher con 91 successi in Formula 1.
LEGGI ANCHE > Hamilton eguaglia Schumacher, Mick gli consegna casco del padre | Video
“Debito di riconoscenza”
“Senza la McLaren e i suoi dirigenti non sarei mai riuscito ad arrivare a questo livello. Mio padre si indebitò fino ai capelli per farmi correre, l’arrivo di Whitmarsh e Brown cambiò tutto. Volevo far parte di una squadra che fosse giovane, che crescesse insieme a me e che costruisse qualcosa di nuovo. È stata una sfida entusiasmante: sapevo solo di volere vincere e non potevo immaginare ci avremmo messo così poco”.
Ma oggi, di fronte a un contratto con la Mercedes ancora da firmare, Hamilton pensa alla McLaren con affetto. Ma senza nostalgie: “Ho un debito di riconoscenza eterno con la McLaren. Spero solo che Whitmarsh mi abbia finalmente perdonato. So che fu un grande motivo di sofferenza per lui e per la scuderia. Fu una decisione egoistica, lo ammetto. La migliore per me in senso assoluto. D’altronde anche io con quella decisione mi assumevo dei rischi e delle responsabilità. É andata come speravo, forse meglio…”
LEGGI ANCHE > Hamilton, l’insaziabile: i record che può ancora battere in Formula 1