GP Nurburgring. La Formula 1 torna dopo sette anni su un tracciato da leggenda. Non si corre più sulla mitica Nordschleife.
A sette anni dall’ultima gara, la Formula 1 torna al Nurburgring che ospita il Gran Premio dell’Eifel. Nella sua versione originaria inaugurata nel 1927, ovvero la Nordschleife, il Nurburgring rappresentava una sfida estrema. Era lungo 20 chilometri e prevedeva oltre 70 curve. L’era in F1 della Nordschleife, usata ancora in quella configurazione per testare le prestazioni delle auto sportive destinate al mercato, si è chiusa con l’incidente di Niki Lauda. Una versione più accessibile del circuito ha debuttato in Formula 1 nel 1984 per il GP Europa.
Oggi i piloti prendono il via sul rettilineo dell’antica Sudschleife e si lanciano lungo 17 curve, di cui 10 a destra, su una pista con importanti variazioni altimetriche: dal punto più basso al più alto ci sono oltre 23 metri di differenza. La flessibilità e la capacità di adattamento risultano fattori decisivi.
Secondo i tecnici Brembo, il circuito comprende nove frenate di cui tre considerate altamente impegnative per i freni. Alla prima, la più dura, i piloti arrivano a 338 km/h e scendono a 111 km/h in 2,32 secondi, nello spazio di 118 metri. Sarà anche uno dei punti preferiti dai piloti per tentare il sorpasso, in quanto sul rettilineo di arrivo si potrà attivare il DRS. Inoltre, in curva 1 sono possibili diverse traiettorie e questo potrebbe ulteriormente favorire gli attacchi. Ma rischiare troppo potrebbe portare al bloccaggio delle ruote visto che il punto di frenata è leggermente in discesa.
Segue una sequenza di curve (2-3-4) in cui la rapidità nei cambi di direzione fa la differenza. Spesso alla 4 i piloti hanno sfruttato l’entrata di curva più ampia e spinto le monoposto oltre i limiti della pista in uscita.
La curva 5 è una veloce a sinistra, ma dosare la velocità di percorrenza sarà un fattore chiave perché poi bisogna spostarsi velocemente verso il cordolo sinistro per impostare la curva 6, più lenta e a destra. Ed è spesso nelle curve più lenta che le gare si vincono e si perdono al Nurburgring.
Si arriva in discesa alla curva 7, ed è facile arrivare al bloccaggio delle ruote. E’ un punto complesso del tracciato, si gira a destra con un doppio punto di corda. I piloti cercheranno di rimettere il piede sull’acceleratore a metà della curva per avere sufficiente trazione sul rettilineo in salita che porta alla curva 10, inframmezzato da una veloce chicane (curve 8 e 9) che potrebbe diventare particolarmente insidiosa in caso di pioggia.
Le curve 10 e 11 ricordano la combinazione della 5 e della 6: veloce a sinistra che immette in una più lenta a destra. Decisiva la velocità di ingresso nella prima delle due e la posizione da cui si imposta la seconda. Non è da escludere che i piloti affrontino la seconda semplicemente togliendo il piede dall’acceleratore ma senza agire sul freno.
Il successivo rettilineo, con solo una rapida piega a destra a interromperlo, porta alla curva 13, che richiede una frenata in leggera salita in cui si potrebbe tentare l’attacco. Anche se c’è una sola traiettoria ottimale, visto che la curva 13 è solo l’inizio di una chicane, e ritardare la staccata può portare a tagliare la curva. Questo è uno dei punti chiave del tracciato, dove una vettura agile può consentire un guadagno significativo anche in qualifica. L’ultima curva, che ricorda la frenata conclusiva del Nurburgring, è lunga ma consente di portare molta velocità sul rettilineo finale sfruttando le ampie vie di fuga asfaltate.
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Secondo i tecnici Brembo, il Nurburgring è un circuito impegnativo per i freni. Su una scala da 1 a 5, ha un indice di 4 come la pista di Sochi.
I piloti utilizzano i freni per 12,2 secondi a giro, il terzo valore più basso del Mondiale 2020 dopo Monza e il Red Bull Ring. Ma le frenate li sottopongono a decelerazioni violente: in due casi superano i 5 g, in otto su nove risultano di almeno 4,3 g.
Il Nurburgring richiede un assetto a medio-alto carico, anche se non sarà semplice individuare il punto di equilibrio per ottenere la resa migliore sia nelle curve lente sia nei tratti veloci, soprattutto il rettilineo d’arrivo e la lunga sezione tra le curve 11 e 13. Nelle parti più guidate saranno premiate in gara le vetture con la migliore trazione in uscita di curva.
Vista l’assenza di gare nell’era delle power unit ibride, i team non hanno riferimenti per quanto riguarda lo stress delle componenti del motore durante la gara. Si può presumere un impegno elevato della parte endotermica considerato che si viaggia in pieno per quasi il 70% del tempo sul giro, che richiede 65 cambi di marcia.
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Pirelli, il fornitore ufficiale di gomme, ha scelto le tre mescole di mezzo della gamma: C2 come hard (banda bianca), C3 come medium (banda gialla) e C4 come soft (banda rossa). Il Nurburgring, spiega Pirelli, non è considerato un tracciato particolarmente aggressivo sulle gomme, sottoposte a carichi longitudinali e laterali in misura comparabile. Per questo si tende ad utilizzare mescole di gradazioni più morbide. La vera incognita è rappresentata dalle condizioni meteo. Basti pensare che nell’ultima edizione della 24 Ore del Nurburgring, per nove ore è caduta una pioggia torrenziale che ha condizionato la corsa.
“Il Nürburgring è praticamente un circuito ‘nuovo’ per noi” ha spiegato il responsabile car racing Mario Isola. “I team potrebbero dover affrontare circostanze piuttosto insolite e su un tracciato che non conoscono bene. Questo Gran Premio probabilmente favorirà quei piloti e team che sono in grado di affrontare situazioni in rapida evoluzione. Penso sia corretto dire che dobbiamo aspettarci una gara con molte variabili, dove potremmo vedere in azione nel corso del weekend tutte le mescole, comprese quelle da bagnato“.
Nelle differenti versioni, il Nurburgring ha ospitato 40 gran premi validi per il Mondiale, con 27 diversi vincitori. Michael Schumacher vanta il record di vittorie (5) e di podi (8). La Ferrari è il team di maggiore successo, 14 vittorie e 41 piazzamenti a podio.
Schumacher è uno dei soli cinque piloti ad aver vinto qui per due anni di fila insieme a Jacques Villeneuve, John Surtees, Alberto Ascari e Juan Manuel Fangio, l’unico ad esserci riuscito per tre anni consecutivi. Nove, invece, le doppiette: l’ultima della red Bull nel 2009.
Per quanto riguarda le qualifiche, Jim Clark resta il re delle pole position, ne ha ottenute quattro al Nurburgring. Dei 24 piloti capaci di firmare il miglior tempo in qualifica, da ricordare Juan Pablo Montoya che nel 2002 l’ha conquistata con il margine più ridotto di sempre, appena 9 millesimi. E Teo Fabi, l’unico ad aver dato più di un secondo a tutti gli altri da quando si corre su una versione ridotta del tracciato: nel GP Germania 1985 conquistò la pole con 1,187 secondi di vantaggio.
La pole position ha portato alla vittoria in 15 casi su 40, anche se sui venti chilometri della Nordschleife la posizione in partenza risultava quasi ininfluente. Anche nelle ultime cinque edizioni del GP, comunque, il pilota partito davanti a tutti ha vinto solo una volta. Solo 12 le vittorie ottenute partendo dalla seconda fila in giù, da record la rimonta da 14° a primo di Johnny Herbert nel 1999, l’unica edizione in cui nessuno dei primi tre in griglia ha concluso sul podio.
Cinquantanove i piloti arrivati sul podio in Formula 1 al Nurburgring. Guida, ancora una volta, Michael Schumacher a quota 8. Tra questi, quattro degli attuali piloti in griglia: Kimi Raikkonen, Sebastian Vettel (2), Lewis Hamilton e Romain Grosjean.
Ultima curiosità: per quattro volte qui si è deciso il Mondiale. Al Nurburgring si sono laureati campioni del mondo Alberto Ascari nel 1952 e 1953, Juan Manuel Fangio nel 1957 e Jim Clark nel 1965. Nelle ultime sedici edizioni, solo una volta chi era in testa alla classifica dopo il GP al Nurburgring non ha poi conquistato il titolo piloti a fine stagione. E’ successo solo a Lewis Hamilton, allora in McLaren, nel 2007.
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