Il lockdown e le restrizioni a cui ancora dobbiamo sottostare hanno inciso pesantemente sulla vendita carburanti. Il settore registrerà perdite importanti a fine 2020.
Il 2020 che ci stiamo lasciando alle spalle sarà un anno destinato a restare nella storia, anche se non per motivi particolarmente positivi. All’emergenza sanitaria, che resta ancora attuale con un numero di contagi che è ancora troppo elevato, si affianca anche quella economica, diretta conseguenza del lockdown e delle norme di prevenzione che dobbiamo seguire per evitare che possano insorgere nuovi focolai. I settori che appaiono in forte sofferenza sono numerosi, ma tra questo non c’è solo quello dei motori, ma anche quello degli addetti a cui ci rivolgiamo per fare rifornimento, ovvero quello dei benzinai.
Queste persone, pur essendo rimaste al lavoro durante il periodo in cui non potevamo muoverci da casa, hanno inevitabilmente risentito della situazione con un drastico calo degli introiti. E anche ora che molti proseguono a lavrare in smart working il quadro non è particolarmente migliorato.
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A far emergere il quadro di una situazione tutt’altro che incoraggiante è il presidente dell’Unione Petrolifera, Claudio Spinaci, durante l’assemblea dell’associazione. Si registra infatti una perdita di oltre quattro miliardi nell’arco di due settimane. Complessivamente, il 2020 segnerà un calo del 15% nei consumi petroliferi.
Il quadro è stato reso ancora più pesante dai costi della materia prima. “L’emergenza sanitaria ha riscontrato una crisi della domanda. L’apice si è avuto ovviamente durante il lockdown tra marzo e aprile, pari addirittura al 70%. A questo si è aggiunto il crollo del prezzo del petrolio sui mercati internazionali, che si è ridotto in due settimane del 60%. Il settore ha inevitabilmente dovuto far fronte a un drastico calo nei guadagni – sono le parole di Spinaci –. Una volta concluso il lockdown, la situazione è leggermente migliorata, ma non permette certamente di cantare vittoria. Anzi”.
Il dirigente non ha mancato però di sottolineare il “sacrificio” compiuto durante il periodo più difficile vissuto dal nostro Paese da parte degli addetti ai lavori. “Anche nei momenti più critici il servizio è stato garantito, è importante metterlo in evidenza. Questo ha spiegato in maniera chiara quanto il nostro operato sia fondamentale”.
Non poteva mancare un appunto legato alla spesa che gli automobilisti devono sostenere per effettuare il rifornimento alla propria vettura: “I nostri prezzi, al netto delle tasse, sono tra i più bassi tra quelli previsti nella zona euro. È la componente fiscale che incide sul costo del cliente finale. Si parla di extra costo di oltre 4 miliardi di euro rispetto ai consumatori dell’area euro. Il maggior onere fiscale è ora pari a 11 centesimi euro/litro per la benzina e 14,6 centesimi per il gasolio” – ha concluso.
Di diverso avviso è invece il Codacons, che sostiene come gli operatori petroliferi finiscano per speculare sulla situazione a danno degli utenti.
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