La carriera, la storia, le curiosità su Mick Schumacher. Il figlio del sette volte campione del mondo farà il suo esordio in FP1 al volante dell’Alfa Romeo in F1
“Quando vedo Mick, vedo Michael”. Nella sua intervista per ‘Beyond the Grid’, il podcast ufficiale della Formula 1, Sebastian Vettel ha avuto parole di grande elogio per Mick Schumacher che al Nurburgring farà il suo esordio su un’Alfa Romeo di Formula 1 nella prima sessione di prove libere. E lo farà a vent’anni dal GP Giappone del 2000 che ha reso papà Michael campione del mondo per la prima volta in Ferrari.
Secondo Vettel, Mick ricorda suo padre “per le sue maniere, per come parla, per la sua passione. Sta affrontando la situazione in un modo molto maturo, che non ci si aspetterebbe da un uomo che ha poco più di vent’anni“, ha concluso.
Quando Mick ha guidato la Ferrari del padre
Mick è cresciuto in Svizzera. E’ vissuto fino al 2008 a Vufflens-le-Château e poi a Gland. Aveva 14 anni quando il padre Michael ha sofferto il grave incidente sulla pista di sci a Méribel in Francia, a dicembre 2013. Da allora, il suo stato di salute è un segreto molto ben conservato.
Il giovane Mick ha parlato per la prima volta in pubblico di suo padre solo nel 2017. L’ha definito il suo idolo e il suo modello. Proprio in quell’anno ha portato in pista a Spa, alla vigilia del GP Belgio di Formula 1, la Benetton B194 del padre per celebrare i 25 anni dalla sua prima vittoria. Ha anche guidato la F2004, la Ferrari dell’ultimo titolo mondiale di Schumacher, in Germania il 26 luglio 2019 e al Mugello poche settimane fa.
In un’intervista di qualche tempo fa, Mick raccontava comunque la sua ambizione di farsi un nome di per sé, e non soltanto come “figlio di…”. Per questo nei primi anni di carriera ha gareggiato nei kart con il cognome della madre, come Mick Betsch, per migliorare senza l’inevitabile notorietà dovuta all’identità del padre sette volte campione del mondo in Formula 1.
“Non sento comunque pressione nel portare il cognome di mio padre” ha detto. “La pressione maggiore è quella che metto su me stesso quando penso a dove ho sbagliato in pista e a come posso fare meglio”.
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La carriera di Mick Schumacher
Dopo i primi test nel 2014, Mick Schumacher ha debuttato nel 2015 nella ADAC Formula 4. L’anno successivo ha vinto cinque gare tra la ADAC e la F4 italiana, ottenendo così di passare nella categoria superiore, la Formula 3.
La prima stagione gli serve per ambientarsi. Poi nel 2018 con il team Prema conquista il titolo battendo Dan Ticktum, che fa parte del programma per giovani piloti della Red Bull.
Sempre con il team Prema, ha affrontato il campionato di Formula 2. L’inizio rivela buone doti di rimonta: ottavo e secondo in Bahrain, risale da 19° a 5° nella gara sprint a Baku. In Austria, sempre nella “sprint” fa anche meglio: ultimo in griglia per un problema al motore nella gara di sabato, chiude quarto su un circuito dove non è così semplice sorpassare. A Budapest conquista la sua prima vittoria, ulteriore dimostrazione di sensibilità di guida su tracciati tortuosi. Chiude la sua prima stagione in F2 al dodicesimo posto.
Nella stagione in corso gareggia sempre con il team Prema che gli ha affiancato il russo Robert Shwartzman della Ferrari Drivers Academy. Dopo le difficoltà iniziali sul Red Bull Ring, la sua stagione inizia a migliorare. Arriva due volte terzo a Budapest, chiude secondo la Sprint Race a Silverstone e Barcellona, ancora terzo a Spa, vince la prima gara stagionale a Monza. E al Mugello, grazie a un quarto e a un quinto posto, sale in testa alla classifica mondiale.
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Dicono di lui
“Non penso che il cognome sarà un peso per lui – diceva l’anno scorso Lewis Hamilton -. Ha grande talento, come suo padre. Un po’ come succedeva a Keke e Nico Rosberg. Prima o poi, ci sarà sicuramente un altro Schumacher in Formula 1″.
Come ricordava ESPN in un lungo articolo del 2019 che raccoglieva anche queste dichiarazioni, Ross Brawn ha mostrato un’elevata considerazione nei confronti di Mick Schumacher. “C’è stato un momento in cui non era tanto sicuro, adesso è un giovane molto determinato e competitivo. In lui rivedo Michael”.
La cosa più importante, avvertiva Toto Wolff, “è dargli tempo. Ha questa incredibile eredità, è il figlio del pilota di Formula 1 più vincente di sempre. Non ho dubbi che abbia il potenziale per avere una carriera di successo in Formula 1. E magari un giorno correrà con noi”.
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