GP Nurburgring: la Formula 1 ha selezionato in un video i dieci momenti memorabili che restano nella storia di un tracciato mitico
La Formula 1 torna al Nurburgring per la prima volta dal 2013. Ha lasciato questo circuito storico con la trentesima di Vettel in carriera, la prima su questo tracciato dalle mille vite e dalle infinite storie, nella settimana nel suo compleanno.
C’è anche questo tra i dieci momenti memorabili che la Formula 1 ha raccolto in un video sul canale ufficiale Youtube per scaldare i motori in vista della gara. Non può mancare, ovviamente, il più citato e conosciuto, l’incidente di Niki Lauda ricostruito anche nel film Rush, che abbiamo già raccontato anche sul nostro sito.
Questo viaggio nella memoria di un tracciato storico, in origine lungo 20 chilometri, inizia con una gara da leggenda, quella di Juan Manuel Fangio nel 1957. L’argentino, che quell’anno diventerà campione del mondo per la sesta e ultima volta, dopo la sosta ai box del 13mo giro è terzo e deve recuperare 50 secondi sulla Ferrari di Collins.
A 46 anni, per gli ultimi, interminabili, dieci giri Fangio vola. Migliora nove volte il record della pista, supera Collins poi passa anche Hawthorne, in testa,c con due ruote sull’erba. L’ultimo giro lo completa in 9’17’’4, otto secondi meglio del tempo che gli aveva garantito la pole position. “Non guiderò mai più così” ammette a fine gara.
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Quattro anni dopo, Stirling Moss festeggia la sua ultima vittoria in Formula 1. In quell’occasione, ha reso possibile l’impossibile. Ha cancellato dalla sua mente i dubbi sulla durata delle gomme e del motore. Ha firmato un’impresa da leggenda. Spazio anche al Grand Chelem di Jim Clark che nel 1965 trionfa davanti a Graham Hill su BRM e da Dan Gurney su Brabham-Climax. Con tre gare d’anticipo, diventa campione del mondo per la seconda e ultima volta.
Clark muore in un incidente nel 1968 a Hockehneim, quattro mesi prima di un GP Germania al Nurburgring che non sarebbe mai dovuto iniziare. Piove, c’è una nebbia fitta. Nell’ultima sessione di prove la domenica mattina Jackie Oliver con la Lotus 49B. Stewart non vorrebbe correre, ma il capo del team Ken Tyrrell che oggi chiameremmo team principal, gli impone di andare in pista. Poi, giro dopo giro, se ne pentirà. Da una roulette russa ad alta velocità, Stewart emerge con la più sensazionale delle sue 27 vittorie in Formula 1.
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L’incidente di Lauda chiude un’epoca. L’era moderna, con le monoposto che sfrecciano su una porzione molto ridotta del tracciato che poco ha a che fare con l’epica della Nordschleife, si accende di passione nel 1995.
Michael Schumacher lotta per il titolo piloti con Damon Hill che però tampona la Ferrari di Jean Alesi e senza casco applaude il rivale. Il francese del Cavallino, rallentato dalla non ortodossa resistenza di avversari da doppiare, vede svanire il suo vantaggio sul tedesco. Schumacher lo supera a due giri dalla fine e conquista un successo cruciale nella corsa al Mondiale.
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Nel 1999 al Nurburgring si corre ufficialmente il Gran Premio d’Europa. Curiosità: sono quattro le denominazioni diverse dei GP al Nurburgring, record assoluto. Ha ospitato anche due edizioni del GP Lussemburgo (1997 e 1998) e domenica qui si correrà il GP Eifel.
L’ultimo GP del millennio su questa pista è una corsa a eliminazione.
Esce Heinz Harald Frentzen, il primo in testa alla corsa. La serie di incidenti coinvolge anche David Coulthard e Giancarlo Fisichella, Diniz che si cappotta e viene portato in ospedale, Damon Hill, Mika Salo, Takagi, Luca Badoer, Pedro De la Rosa e Jacques Villeneuve.
Eddie Irvine, compagno di squadra di Michael Schumacher alla Ferrari, perde tempo prezioso ai box perché i meccanici escono senza le gomme nuove da montare. In questo caos, Johnny Herbert, pilota britannico alla guida della Stewart Ford conquista l’ultima vittoria in Formula 1 .
Serve una serie simile, e probabilmente irripetibile, di fortunati eventi per far sì che, al secondo giro del GP Europa 2007 al Nurburgring, sia in testa un pilota al primo e ultimo gran premio in carriera, la meteora Markus Winkelhock, su una Spyker, la macchina più lenta di tutte. E’ stato chiamato come “wild card” perché Christijan Albers, pilota titolare, non paga e alla Spyker servono fondi.
Dopo il giro di ricognizione, cambia le gomme e monta quelle da bagnato. Gli altri, sotto un cielo nero, hanno quelle da asciutto. Dopo la prima metà del primo giro, diluvia. All’ultima chicane vanno fuori in tanti. Guidano sulle uova, Raikkonen addirittura manca l’ingresso alla pitlane. Winkelhock, che ha le gomme da bagnato, in un giro guadagna 21 posizioni. Non succederà mai più. E non guiderà mai più in Formula 1. Dal sogno si risveglia all’ingresso della safety car. Dovrà ritirarsi dopo pochi giri, ma quella partenza resterà nella storia.
Gli ultimi anni al Nurburgring incorniciano il dominio Red Bull al tramonto della vecchia stagione prima dell’avvento dei motori ibridi. Nel 2009, qui Mark Webber festeggia la sua prima vittoria in Formula 1. Poi il sipario si chiude sul regalo di compleanno di Vettel. Sette anni dopo, una Formula 1 diversa riabbraccia un circuito su cui ha scritto indimenticabili pagine di storia.
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