Domenicali, Brawn, Todt: è la F1 degli uomini Ferrari, successi e rimpianti

La nomina di Stefano Domenicali conferma il valore dei dirigenti passati per la Ferrari. Un capitale che la Scuderia non sempre ha saputo difendere negli anni

Domenicali, Brawn, Todt: è la F1 degli uomini Ferrari, successi e rimpianti
Domenicali, Brawn, Todt: è la F1 degli uomini Ferrari, successi e rimpianti

Una vittoria politica e insieme un grande rimpianto. La nomina di Stefano Domenicali come nuovo presidente e CEO della Formula 1, al posto di Chase Carey, è un successo per la Ferrari. Nelle trattative per il Patto della Concordia, infatti, è passata la linea del Cavallino che ha di fatto sbarrato la strada a Toto Wolff. Il team principal della Mercedes appariva come il candidato più autorevole, e infatti non ha preso benissimo la “clausola anti-personam”. La Ferrari ha infatti ottenuto che il posto non andasse a un team principal che di recente aveva guidato una squadra nel Mondiale. Un profilo che, tra i possibili candidati, corrispondeva solo a Wolff.

Domenicali, invece, ha lasciato la Scuderia Ferrari nell’aprile del 2014, sostituito da Marco Mattiacci, anche se è stato tirato in ballo come eventuale sostituto di Mattia Binotto. Domenicali, artefice insieme a Luca di Montezemolo dell’arrivo in Ferrari di Fernando Alonso, ha lasciato all’alba dell’era ibrida in Formula 1. Un punto di non ritorno per una scuderia che negli ultimi anni ha dimostrato una certa tendenza a dilapidare i propri talenti, come Aldo Costa o James Allison.

Ma l’unica scuderia presente in tutte le edizioni del Mondiale della Formula 1 moderna e propriamente intesa, ovvero dal 1950, continua ad esercitare un peso evidente. Ai vertici della Formula 1 e della FIA, infatti, siedono due degli artefici della stagione d’oro del Cavallino con Michael Schumacher: Ross Brawn, manager del circus, e l’allora team principal Jean Todt che sta concludendo il suo ultimo mandato da presidente della federazione internazionale.

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Domenicali, le prossime sfide in Formula 1

Domenicali, le prossime sfide in Formula 1
Domenicali, le prossime sfide in Formula 1

“Abbiamo costruito la Ferrari nel tempo” ha detto lo scorso 8 settembre a Umberto Zapelloni in un’intervista al Foglio. “Mi hanno dato le chiavi della Ferrari e quello che ha preso Schumacher sono io, quello che ha preso Ross Brawn sono io, quello che ha preso Rory Byrne sono io. Il pregio di Montezemolo è che mi ha lasciato prendere la gente che volevo. Ma non è lui che li ha presi. Lui ha preso me” ha spiegato. Oggi la Ferrari andrebbe rimessa insieme, mentre gli ex ferraristi guadagnano posizioni di vertice.

Dall’anno prossimo, a capo della Formula 1 ci sarà il team principal dell’ultima Ferrari campione del mondo, nel 2008 con Kimi Raikkonen. Negli ultimi anni, da presidente della commissione monoposto della FIA, carica in cui è succeduto all’altro ex ferrarista Gerhardt Berger, ha contribuito a ridefinire lo scenario delle “formule minori”, dalla Formula 4 alla Formula 1. Ha insistito sulla sostenibilità, sul contenimento dei costi, sulla ricerca di carburanti alternativi, bio o sintetici.

Una possibilità che potrebbe attirare in Formula 1 nuovi costruttori come il gruppo Volkswagen magari attraverso Lamborghini, il brand bolognese di proprietà di Audi, in cui Domenicali ha mantenuto l’incarico di CEO fino all’annuncio dell’addio per diventare presidente della F1.

Nel nuovo incarico, troverà una Formula 1 capace con Carey di disegnare una stagione da 17 gran premi mentre la pandemia straziava il mondo intero. Una Formula 1 più solida grazie al Patto della concordia fra i team che prevede anche l’accordo per il budget cap. Le sue prime sfide di rilievo riguarderanno la sostenibilità finanziaria dei circuiti e una più equa distribuzione delle risorse dei diritti televisivi. E chissà che la sua storia di uomo Ferrari non possa tornargli di nuovo d’aiuto.

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