Ferrari, Jean Todt e il paragone col passato: “Nel 93′ stavamo peggio”

Ferrari, Jean Todt e il paragone col passato: “Nel 93′ stavamo messi peggio”. Il presidente della FIA arrivò a Maranello in uno dei momenti più bui della storia sportiva del Cavallino Rampante

Jean Todt
Ferrari, Jean Todt e il paragone col passato: “Nel 93′ stavamo peggio” (Foto: Getty)

La Ferrari sta attraversando un periodo difficilissimo dal punto di vista tecnico. Una buca nella quale la caduta è stata ancor più rovinosa se considerato il livello di competitività espressa solo lo scorso anno. Un repentino passo indietro figlio dell’accordo segreto con la FIA per la power unit che ha lasciato senza parole appassionati e tifosi. Dura da metabolizzare anche per i piloti, con Vettel che ha deciso di cambiare strada e Leclerc smanioso di tornare ad essere competitivo. Ma come se ne esce? Un consiglio lo potrebbe dare Jean Todt, arrivato nel 1993 a Maranello per ricostruire una squadra ridotta ai minimi termini e che non vinceva il titolo mondiale dal 1979 con Jody Scheckter.

L’attuale presidente della FIA, intervistato da Auto Motor und Sport, ha dichiarato: “Non mi piace vedere soffrire i tifosi della Rossa. Quello che posso dire è che la situazione che trovai io al mio arrivo era peggiore di quella attuale. Mi sarebbe piaciuto avere una base di partenza come quella di ora perché l’organizzazione della Scuderia oggi è molto solida”.

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Ferrari, Jean Todt e il paragone col passato: “Quando arrivai nel ’93 eravamo messi peggio”

Ferrari 1993
Ferrari, Jean Todt e il paragone col passato: “Nel 93′ stavamo peggio” (Foto: Getty)

Jean Alesì e Gerhard Berger centrarono nel ’93 la miseria di tre podi in tutta la stagione, senza nessun successo e senza pole position. La Ferrari era reduce dalla fine del rapporto burrascoso con Alain Prost (ricordate la metafora del camion?) e dall’arrivo di Todt e Montezemolo per provare a ricostruire una competitività smarrita. Gli uomini giusti ai posti giusti (ad esempio Ross Brawn) consentirono di ripartire ponendo le basi per attrarre nel 1996 il miglior pilota del momento, quel Michael Schumacher in grado di aprire il ciclo più vincente di sempre.

Todt sa benissimo quanta strada c’è da fare anche ai giorni d’oggi ma non vede un ritorno in Italia nei suoi piani futuri. Qualcuno aveva paventato un possibile approdo in plancia di comando, magari come presidente, ma al momento l’ipotesi è da escludere: “Sono sempre stato un fan della Ferrari fin da piccolo. Sono stato al suo servizio e ora sono uno spettatore neutrale. Il mio capitolo a Maranello è finito“.

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