Auto Diesel, previsti rincari carburante: il piano del Governo. Una crescita delle accise spalmata nei prossimi 10 anni concentrata solo sugli automobilisti e non sull’autotrasporto
Il Diesel ha subito negli ultimi anni una guerra incontrastata sul mercato che lo ha portato ad essere una delle opzioni meno gettonate nell’acquisto dell’automobile. Il carburante che tanto successo aveva riscosso negli anni passati, è dovuto passare attraverso le lotte sulle emissioni intraprese dagli Stati Uniti ai danni della Volkswagen, alle limitazioni per la circolazione legate all’inquinamento, allo sviluppo delle fonti rinnovabili anche nella viabilità a quattro ruote (ibrido, elettrico). Tutto questo non ha di certo agevolato un settore della produzione automobilistica, diventato di colpo obsoleto e alla ricerca di nuove fette di mercato. Ora, in Italia, ci si mette anche il Governo a dare una definitiva mazzata all’utilizzo del Diesel. Secondo le ultime indiscrezioni, infatti, il ministero dell’Ambiente, guidato da Sergio Costa, starebbe portando avanti un un progetto per l’aumento delle tasse sullo specifico carburante. Un rincaro delle accise spalmato nei prossimi 10 anni, con un incremento graduale di centesimi. Niente più aliquota agevolata sul gasolio e stop definitivo al vantaggio competitivo nei confronti della benzina.
Questo rientrerebbe nella logica “green” voluta dal Movimento 5 Stelle, con un taglio sui sussidi ambientali dannosi (di cui usufruiva il Diesel), di circa 2 miliardi di euro. L’obiettivo è pareggiare l’aliquota della benzina entro il 2032.
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Auto Diesel, previsti rincari carburante: l’obiettivo è arrivare al prezzo della benzina
Attualmente la differente tassazione recita 0,617 euro al litro per il gasolio, contro gli 0,728 euro al litro per la benzina. Nel giro di un decennio si dovrà arrivare all’allineamento.
Il piano del ministro Costa, sostenuto da Beppe Grillo e da tutto il Movimento, rientra nella svolta green voluta in periodo di pandemia. Agevolare la mobilità elettrica e le fonti rinnovabili, dando un definitivo taglio ai vecchi combustibili.
Lo stesso co-fondatore del M5s ha dichiarato: “L’energia da fossili deve costare molto, non poco, e tutte quelle tasse si possono redistribuire a sostegno delle rinnovabili”.
Le misure impatteranno però sull’intero settore dell’auto e non solo sul semplice automobilista privato, ma dovrebbe essere escluso il settore dell’autotrasporto.
Tutto ciò ha scatenato la protesta dell’Unione petrolifera, l’associazione che riunisce in Italia tutta la filiera dei prodotti legati al petrolio e ai biocarburanti. Il presidente Claudio Spinaci, intervenuto a Radio24 ha spiegato: “Mi sembra che il governo ha già stabilito quale sarà il piano futuro. Andrebbe però comunicato chiaramente agli automobilisti che pagheranno di più il Diesel”.
Insomma una lotta di classe che si preannuncia piuttosto accesa nel prossimo futuro, con diverse parti in causa.
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