Hamilton e la maglia sul podio al Mugello, inchiesta FIA: possibile sanzione per il pilota Mercedes. Ancora una volta il messaggio a difesa della situazione degli afroamericani negli USA fa discutere
La FIA sta esaminando se il campione del mondo di Formula 1 Lewis Hamilton abbia infranto le regole indossando una maglietta, sul podio del Mugello, che evidenzia la brutalità della polizia negli Stati Uniti.
Il messaggio lanciato dal pilota Mercedes, apertamente schierato nella lotta contro il razzismo, ha ricevuto grandissima enfasi dopo essere stato inquadrato durante la premiazione dell’ultimo GP italiano. Le frasi su sfondo nero recitavano letteralmente: “Arrestare i poliziotti che hanno ucciso Breonna Taylor“.
Taylor, un operatore sanitario, era una donna di colore di 26 anni che è stata colpita otto volte da agenti di polizia in borghese che hanno fatto irruzione nella sua casa a marzo. La morte della ragazza è oggetto di indagini negli Stati Uniti da parte del procuratore generale del Kentucky e dell’FBI.
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Mentre il Codice Sportivo Internazionale della FIA afferma che i concorrenti non sono autorizzati a utilizzare “pubblicità di natura politica o religiosa o che sia pregiudizievole per gli interessi della Federazione” sulle loro auto. Ma non vi è alcuna menzione specifica a ciò che i driver possono mostrare sui loro indumenti.
La FIA sta attualmente analizzando se la maglietta indossata da Hamilton veicolava un messaggio apertamente politico o meno.
Il tentativo del sei volte campione del mondo di portare la questione all’attenzione del pubblico ripercorre le orme di quanto fatto dalla tennista Naomi Osaka. La giapponese ha indossato una maschera con il nome della Taylor agli US Open. La stessa cosa è stata realizzata da un certo numero di giocatori dell’NBA nelle ultime gare dei play-off.
Hamilton ha concluso la sua intervista post-gara dicendo: “Giustizia per Breonna Taylor”.
Parlando in conferenza stampa il pilota Mercedes ha aggiunto: “Mi ci è voluto molto tempo per ottenere quella maglia e volevo indossarla e portare consapevolezza al fatto che ci sono persone che sono state uccise per strada. C’è qualcuno che merita giustizia e i responsabili stanno ancora camminando a piede libero“.
Insomma dopo la campagna “Black Lives Matter“, l’unico pilota nero della F1 non intende fare passi indietro nella lotta ai diritti degli afroamericani. Una cosa che gli fa onore ma che rischia anche di costargli qualcosa dal punto di vista sportivo. Se venisse formalizzata l’irregolarità, Lewis rischia da una multa fino ad una penalizzazione in termini di punti.
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