Formula 1

F1 GP Mugello, Pagelle Gara: Hamilton dittatore, Leclerc

Nel GP del Mugello la Ferrari recita la solita parte marginale con una macchina in adatta a reggere il confronto. Leclerc che, incredibilmente, ma addirittura vicino a un’impresa impossibile.

Il leader del mondiale Lewis Hamilton, ancora una vittoria anche al Mugello (Getty Images)

Hamilton, tanto per cambiare, domina la scena con un Bottas che ancora una volta gioca ruolo del lacchè e tutti gli altri che, in una feroce eliminazione reciproca a suon di scontri, lo lasciano fare.

Le Pagelle del GP del Mugello

Lewis Hamilton – Il pilota inglese non commette errori nemmeno su una pista che, per sua stessa ammissione, conosceva poco. Certo che chi dovrebbe rendere la vita difficile non fa nulla per ostacolarlo. A cominciare da Bottas che all’avvio, come al solito, si addormenta lasciando che il campione del mondo faccia una gara per conto proprio, al di sopra di incidenti e inferiorità degli avversari. Voto 9, il grande dittatore.

Valtteri Bottas – Si rischia di diventare offensivi nell’azzardare un giudizio su questo pilota che ha una macchina straordinaria e sicuramente tanta esperienza per poter alimentare un minimo di competizione là davanti. Ancora una volta, invece, Bottas preferisce giocare il ruolo del servo muto. Lascia sfilare Hamilton e senza lottare e certo non fa nulla per stargli addosso. Voto 5, un lacchè.

Charles Leclerc Rimane la curiosità di capire che cosa succederebbe con il francese alla guida di un’auto “normale” perché questa Ferrari sembra più uno scaldabagno, una delle auto meno riuscite in settant’anni di storia della Rossa… Nonostante tutto, Leclerc, quando c’è da sgomitare, si fa presente: parte bene e si ritaglia addirittura lo spazio per un terzo posto che avrebbe del clamoroso ma che con questa macchina non è assolutamente in grado di difendere fino alla fine. Voto 6.5, irriducibile.

Kimi Raikkonen – Dimostra di trovarsi assolutamente a suo agio su una pista che ben conosce e che gli piace. Già dalle prove aveva dimostrato di essere particolarmente veloce. In gara scampa a due incidenti e arriva in zona punti con un’Alfa Romeo che ha sempre offerto poche garanzie nella classifica finale dei gran premi precedenti. Kimi, tutto sommato, le dà persino un’autorevole dignità. Voto 7, highlander

Alexander Albon – In una gara nella quale succede praticamente di tutto il giovane pilota thailandese ha il merito intanto di arrivare al traguardo sano e salvo e poi, soprattutto, di conquistare un podio assolutamente inatteso che rilancia notevolmente le sue credenziali anche in vista della prossima stagione. Voto 7, sorprendente.

Daniel Ricciardo – Fa una bella gara, sempre tra i migliori, ma alla fine gli manca l’acuto, la zampata vincente. Lotta nel tentativo di dimostrare di meritare non soltanto una guida ma un progetto importante. Ricciardo si deve accontentare di un quarto posto che non ha saputo far maturare in un bel podio. Voto 6.5, incompleto.

Pierre Gasly – Per la verità che le cose non andassero bene si era capito fin dalle prove e dalle qualifiche che il francese aveva concluso malamente senza accedere nemmeno alla Q2. Rimane coinvolto in un avvio nel quale definire le responsabilità è molto difficile. Di sicuro ci mette del suo. Voto 5, ridimensionato.

Sebastian Vettel – In una gara a eliminazione che vede tagliare il traguardo solo dodici macchine, lui arriva decimo, conquistando un punticino che sarà anche meglio di niente ma tutto sommato è pur sempre un’umiliazione per una macchina che non viaggia e per un pilota che evidentemente non ha nemmeno più la motivazione per farla viaggiare. Voto 5, inconsisente.

George Russell – Purtroppo si parla troppo poco di questo ragazzino, coraggioso e determinato che nelle qualifiche si è sempre fatto valere contro macchine molto più potenti in pista, con un’auto francamente impresentabile, riesce quasi sempre ad arrivare in zona punti. Gli manca poco, e quel poco lo meriterebbe… Voto 6, dategli una macchina vera.

Romain Grosjean – Sarà anche il portavoce dei piloti: in passato lo abbiamo sentire parlare anche con una certa coscienza di sicurezza e di rischi. Ma tutte le volte che c’è qualche casino lui è in mezzo. E tutte le volte che c’è da spiegarlo, lui dà la colpa qualcun altro. Voto 4, bulletto.  

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Stefano Benzi

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