Per celebrare il GP numero 1000 della Ferrari in Formula 1, ripercorriamo tutta la storia del Cavallino nel circus. L’ultima puntata è dedicata agli anni Duemila
La Ferrari del 2000 ricuce il filo interrotto con la storia. Il nuovo millennio si apre con la “la prima monoposto nata e concepita interamente nella nuova galleria del vento di Maranello”, parola di Ross Brawn. Negli spazi pensati da Renzo Piano si evolvono le forme di una monoposto destinata a fare epoca, la F1-2000.
La stagione procede al ritmo di un trionfo dietro l’altro: dieci vittorie, nove di Schumacher e una di Barrichello chiamato a sostituire Irvine, nove pole position, 170 punti complessivi. La Ferrari vince il secondo titolo costruttori di fila, Schumacher riporta al Cavallino il titolo piloti che mancava dal 1979.
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La sliding doors della stagione, segnata anche dal doppio sorpasso di Hakkinen a Schumi e Zonta a Spa, matura a Indianapolis. Il motore della McLaren di Hakkinen cede, Schumacher passa in testa al Mondiale e si presenta col match point a favore a Suzuka. Le ultime curve scorrono nella memoria insieme al racconto di Marco Mazzoni, telecronista Rai.
“Il titolo mondiale non gli può sfuggire. L’ultima chicane, poi l’ultima prima del traguardo. Michael Schumacher ce l’ha fatta. Sì, Michael Schumacher, Campione del Mondo, riporta il titolo iridato a Maranello, 21 anni dopo Jody Scheckter. Campione del Mondo Michael Schumacher e la Ferrari. I colori dell’arcobaleno sulle insegne del cavallino rampante. Campione del Mondo, Michael Schumacher è Campione del Mondo”.
La Ferrari apre un ciclo. Curioso di natura, uno dei primi in Formula 1 a frenare con la sinistra come nei kart, Schumacher non si ferma più. Nel 2001 trionfa a a Melbourne, in Spagna, a Monte Carlo, al Nürburgring e in Francia. Il Mondiale si chiude già in Ungheria.
Con un regolamento tecnico invariato, il 2002 è un’altra passerella.
Schumacher, al volante della F2002 che debutta solo in Brasile, resiste anche alle cinque pole position di Juan Pablo Montoya, rivale per il titolo alla Williams. Già in Francia, Schumacher eguaglia i cinque titoli mondiali di Fangio. E’ il 21 luglio, la Ferrari di fatto archivia la stagione migliore di sempre che si concluderà con 15 vittorie in 17 gare.
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Nel 2003, la Ferrari dedica la monoposto a Gianni Agnelli, scomparso a inizio anno ma la F2003 GA fa il suo esordio solo in Spagna. La stagione non inizia al meglio, nel primo GP le Rosse non centrano il podio per la prima volta dopo 53 gare. E’ una stagione di cattivi presagi, come la morte della madre dei fratelli Schumacher rivali comunque in pista dopo la notizia a Imola. La nuova vettura è un segno di riscossa. L’ottavo posto arpionato d’orgoglio nell’ultima gara dopo essersi ritrovato ultimo per un incidente, vale a Schumacher il Mondiale. E la Ferrari fa ancora doppietta.
Nel 2004, la FIA impone il motore unico per tutto il weekend. La Ferrari vola. Il titolo costruttori è già sicuro a Budapest. Schumacher fa la storia a Spa-Francorchamps: vince il settimo titolo nel settecentesimo Gran Premio per la Ferrari in Formula 1. Tra il 2000 e il 2004, su 85 gran premi, la Ferrari ha ottenuto 62 vittorie, 51 pole position e 42 giri veloci, e tutti i titoli mondiali piloti e costruttori. Nel 2005, però, arrivano Fernando Alonso sulla Renault e un nuovo cambio regolamentare, a rompere il dominio Ferrari.
Schumacher ha corso in Ferrari fino al 2006, ha vinto 72 gran premi sui 180 disputati. Ha lasciato il volante a Kimi Raikkonen, quindicesimo campione del mondo nella storia del Cavallino, sulla F2007 dal passo lungo e con un’ottima distribuzione dei pesi. E’ la stagione del monopolio Bridgestone come fornitore delle gomme e del congelamento tecnico dei motori V8. La Ferrari chiude una delle stagioni più combattute della storia recente con nove successi (6 con Raikkonen, 3 con Massa), 9 pole position, 12 giri veloci, e due titoli Mondiali. Vincerà l’ultimo alloro nel Mondiale costruttori nel 2008.
Il resto è storia recente, passata attraverso differenti organizzazioni, quella verticale e quella orizzontale voluta da Sergio Marchionne, di molti cambi tecnici ai regolamenti e all’interno del team. Fatta soprattutto di grandi rimpianti, con un nome e un volto precisi: Fernando Alonso e Sebastian Vettel.
Lo spagnolo in cinque anni di Ferrari ha vinto 11 GP, praticamente gli stessi di Massa, anche se il brasiliano è rimasto di più. Ha conquistato 44 podi e 1186 punti. Perde un Mondiale per un errore di strategia, Abu Dhabi 2010, che è una fine e un inizio. Alonso matura una sfiducia verso i tecnici della Rossa che porterà al divorzio da Aldo Costa anche se Alonso non ha chiesto espressamente la sua testa. Costa contribuirà a mettere le fondamenta della nuova era Mercedes, dominatrice dell’ibrido.
Arriva Vettel, quattro volte campione del mondo, che cita Enzo Ferrari in italiano dal forte accento tedesco. Ha vinto 14 gran premi, è terzo per successi in Ferrari, e ha il record di punti per un pilota della Rossa. Ha fatto emozionare e insieme arrabbiare, soprattutto quelli che hanno sperato di trovare l’erede di Schumacher. La Ferrari si illumina con Leclerc, che dodici mesi fa a Monza scatenava l’entusiasmo della marea rossa.
LE PUNTATE DELLA SERIE
Gli anni Cinquanta
Gli anni Sessanta
Gli anni Settanta
Gli anni Ottanta
Gli anni Novanta
Gli anni Duemila
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