Audi in collaborazione con la Climeworks ha preso parte ad un nobile progetto in favore dell’ambiente: trasformare, attraverso un impianto, l’anidride carbonica (CO2) in minerale.
È giunto il momento del riscatto per Audi. Dopo l’onta del Dieselgate che vide coinvolto il gruppo, la casa tedesca ha deciso di riabilitare il proprio nome, quanto ad cura dell’ambiente, investendo in un progetto tutto Green. Una nuova filosofia che si rispecchia nelle attuali motorizzazioni delle sue auto e soprattutto nella neonata partnership con la Climeworks.
Quest’ultima è un’azienda svizzera impegnata in un mastodontico progetto: costruire l’impianto più grande al mondo in grado di catturare l’anidride carbonica e renderla un minerale.
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Audi, dopo lo scandalo Dieselgate che nel 2015 ha visto travolto l’intero gruppo Volkswagen, ha ingranato la quarta ed ha mostrato al mercato di voler cambiare rotta. La casa tedesca adottando un nuovo concetto di intendere la mobilità si sta impegnando nella realizzazione di auto sempre meno inquinanti.
Non solo, anche in progetti total green, come quello che attualmente la vede vicina alla Climework. Quest’ultima, rinomata azienda svizzera è in procinto di realizzare un impianto unico nel suo genere in grado di trasformare l’anidride carbonica in minerale.
Questa megastruttura ha sede in Islanda e sarà in grado, dichiara la casa, di filtrare circa 4mila tonnellate di CO2 dall’aria convertendola allo stato minerale che verrà immagazzinata poi nel terreno. La Climeworks, in nome di Audi, eliminerà dal pianeta la bellezza di mille tonnellate di anidride carbonica.
Ma come dovrebbe funzionare questo impianto? Ebbene, si tratta di una tecnologia ad altissimi livelli in grado di aspirare l’aria, filtrando le particelle di CO2, ed una volta epurata rimessa in circolo. La struttura in Islanda è in grado di far confluire al disotto della superficie l’aria “sporca” raccolta. È lì che si solidificherà e l’anidride carbonica diverrà minerale. Il processo di solidificazione avviene quando le particelle di CO2 nel filtro vengono sottoposte ad alte temperature e poi una volta sprigionatesi le molecole queste ultime sono condotte da un flusso d’acqua sotto terra ad una profondità di 2mila metri.
L’anidride carbonica entrando in contatto con determinati tipi di roccia converte il proprio stato mentre tutta l’acqua servita per poter trasportare le sue molecole in profondità ritorna al punto di partenza, ossia una centrale non molto distante dall’impianto.
Secondo le stime, questo sistema è in grado di trattenere l’anidride carbonica sotto terra per il 90% della quantità aspirata. Inoltre sarebbe un prodotto di ingegneria facilmente riproponibile in ogni angolo del mondo.
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