Inizia a preoccupare la situazione contagi presso lo stabilimento FCA di Melfi. I sindacati invitano le istutuzioni e l’azienda ad agire in modo tempestivo.
L’allerta Coronavirus è ancora attiva in tutto il nostro Paese e non solo e diventa fondamentale prestare la massima attenzione alle norme di prevenzione per evitare di andare incontro a una seconda ondata. Questo principio vale anche per chi non ha la possibilità di lavorare da casa, come è il caso ad esempio delle fabbriche, dove il rispetto della distanza non è sempre possibile. Proprio per questo in situazioni simili la cautela non è mai troppa.
E ora l’allerta sta diventando sempre più alta in considerazione di quanto sta accadendo presso la FCA di Melfi, uno degli stabilimenti più noti della casa automobilistica. Con il trascorrere delle ore, infatti, il numero di dipendenti positivi sta registrando livellii sempre più alti e la situazione non può che preoccupare, come evidenziato dai sindacati che stanno monitorando l’evoluzione.
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Sono ormai sette i lavoratori che operano presso la FCA di Melfi il cui tampone ha dato esito di positività al Covid-19. Usb Basilicata ha così inviato una lettera di sollecito al Direttore generale dell’Asl di Potenza, al Prefetto di Potenza, all’Assessore alla Sanità e ai governatori di Basilicata, Puglia e Campania per manifestare la propria preoccupazione. Solo qualche giorno prima, non appena erano emersi i primi positivi, era arrivata la prima segnalazione, ma in mancanza di effetti concreti si è deciso di proseguire su questa linea.
Una presa di posizione sarebbe auspicabile, secondo l’opinione delle firme sindacali, anche da parte delle tre Regioni interessate.
È proprio la mancata presa di coscienza della situazione quello che ha sconcertato maggiormente finora. “Non tolleriamo nè assecondiamo la sottovalutazione dei casi che si è verificata finora – sono le parole di Fiom e Cgil -. Sin dal primo incontro del comitato sicurezza FCA abbiamo chiesto di ricostruire la catena dei contatti. Ad agosto, infatti, la manutenzione aveva avuto un sistema di turnazione differente rispetto a quello tradizionale. I contatti tra le squadre erano stati frequenti e questo ci aveva spinto a chiedere di sottoporre a tampone tutte le persone coinvolte. Ad oggi non è stata effettuata alcuna sanificazione dello stabilimento e questo appare grave”.
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